IL SOGNO KOMUNISTA DI CECCARELLI

Adesso il quadro è completo: con l’ennesima censura di palazzo si è chiuso il cerchio del “new deal ceccarelliano”, che pur dichiarandosi di centrodestra, pare stranamente simile al Komunismo staliniano.

Sì, perché con le censure, ma soprattutto con le politiche messe in atto, il gruppo dirigente ceccarelliano altro non ha fatto che mettere in pratica i vecchi ideali della sinistra anni ’50.

Tutto è stato “statalizzato”, l’iniziativa privata è stata repressa, tutto deve essere deciso dal Palazzo e poi messo in atto da Verdeblu. Tutto il resto è assolutamente vietato e censurato alla voce “Komunisti”.

È l’apoteosi del capolavoro di Ceccarelli. Tutto sotto il controllo di un centrodestra con metodi e idee Komuniste, che però poi accusa questi fantomatici Komunisti di essere disfattisti. “Ma come, abbiamo messo in atto i vostri vecchi sogni di statalizzazione generale e adesso ci rompete i c….glioni? Siete degli ingrati!!!

Lo stesso Stalin non aveva mai raggiunto la perfezione della compagine di Enzo Ceccarelli. Avendo a che fare con elementi meno mansueti, il baffuto dittatore era dovuto ricorrere alle purghe e ai gulag, Ceccarelli non ne ha avuto bisogno. È riuscito ad addomesticare una buona quota di cittadinanza fino a renderla una massa informe e plasmabile. Si è limitato a lasciarla dilagare come il “Blob” del noto film, per inglobare i dissenzienti e forse anche altro.

Servi proni verso il capo e strafottenti con l’odiato dissenso, agiscono come un software preprogrammato, quasi un antivirus.

Ormai il Kaiser nemmeno più deve intervenire di persona, contando come può sui suoi bravi!

Accipicchia che potenza!!!

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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