“Alla fiera dell’est, per due soldi, una spiaggia mio padre comprò”
Venerdì è uscito sul Resto del Carlino un surreale comunicato dell’Amministrazione comunale.
Surreale nel senso “che supera, che oltrepassa la dimensione della realtà sensibile; che esprime o evoca il mondo dell’inconscio, della vita interiore, del sogno” (dal vocabolario Treccani).
Insomma, una uscita da interpretare con gli strumenti della psicanalisi, perché mentre in apparenza difende “la linea sull’arenile”, in realtà propina al lettore “un’altra realtà”, dove tutto va bene madama la marchesa, la situazione è sotto controllo, stiano tranquille le famiglie dei balneari che noi non vogliamo togliere loro la sabbia (della spiaggia) da sotto i piedi, che come avete visto l’8 luglio non è successo niente e la stagione è salva (melodia di flauto dolce e cinguettii d’uccellini in sottofondo).
E quindi le aste per le concessioni, che parevano lo strumento tagliato su misura come un vestito nuovo da fare indossare agli albergatori? Tranquilli, saranno aste per modo di dire, perché non conterà mica il vil denaro, macché. Ecco la nobile idea! Imparate, cari balneari, provate a tirar fuori il coniglio dal cilindro e vi faremo contenti. Venghino siori, venghino al mercato della fiera dell’Est, dove “per due soldi, un topolino mio padre comprò”.*
Belligea ha già commentato nel merito la surreale uscita, che ora però, va valutata anche per qualche altro significativo dettaglio, soprattutto di forma.
Una Amministrazione comunale si deve esprimere solo per atti ufficiali, quindi la forma avrebbe dovuto essere il comunicato stampa registrato sul sito del Comune, invece quella pubblicata dal Carlino è una posizione senza genitorialità. Non è un comunicato, come s’è visto, ma nemmeno una intervista a qualcuno (sindaco, assessore, esponente della maggioranza…), no, parla genericamente una “amministrazione” senza faccia e senza timbro. E tuttavia la “amministrazione” senza faccia e senza timbro si prende anche la briga di annunciare che la stella polare seguita da piazza del Popolo è “il cosiddetto articolo 10”, misteriosa entità che nel contesto del ragionamento c’entra come i cavoli a merenda. Ma soprattutto la “amministrazione” spiega, con naturalezza, che i bandi “saranno varati come previsto entro la fine dell’estate”. “Come previsto”: quando e da chi? No, perché sono mesi che, almeno i chioschisti, chiedono la tempistica delle aste e nessuno, dal palazzo, ha mai risposto. Ora, finalmente, si sa: fine estate, segnatevi la data in agenda.
È una notiziona, roba che dovrebbe costringere l’addetto stampa del Comune a dimettersi perché superato da una velina, con tanti saluti ai doveri a lui imposti dalla legge 150/2000 e dal codice deontologico dei giornalisti. A meno che la velina non reciti il falso, ma allora il prode addetto stampa, forte dei suoi poteri, dovrebbe smentire l’amministrazione. Insomma, da qualunque angolazione la si guardi, sembra un copione del teatro dell’assurdo, con il Kaiser che a Ionesco lo lascia al palo.
Ma forse la facciamo più grande di quel che è e, semplificando, la velina registra solo lo stato confusionale in cui versa il Comune, che non sa più a quale santo votarsi. Sempre semplificando, dopo che quasi nessun balneare ha pagato la fidejussione, si sta, come già scritto, navigando a vista. Sarà così fino alla fine della stagione; poi si vedrà.
*Nota.
E comunque riascoltate la canzone di Branduardi “alla Fiera dell’est”: fanno tutti una brutta fine…
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