IL NUOVO PIANO ARENILE PROMOSSO DA CONFESERCENTI E COOP CHIOSCHISTI
L’ architetto Cristian Gori ridisegna la fascia costiera di Bellaria Igea Marina
Presentato presso il Gran Bar della città, il masterplan del nuovo piano dell’arenile di Bellaria Igea Marina firmato dall’architetto Cristian Gori del CoWorking Studio su incarico della Confesercenti e Cooperativa Bar di spiaggia. Un progetto “Live the coast line” (Vivere la linea di costa) che intende concepire in modo innovativo la rigenerazione dell’intera fascia costiera. Come hanno ribadito i Presidenti delle rispettive categorie, Pierluigi Silvagni e Riccardo Pazzaglia, l’intenzione è quella, come sempre, di proporsi in modo costruttivo attraverso una progetto che consenta di attuare un percorso urbanistico condiviso e concreto.
Architetto Gori, ci spieghi il perché di questo masterplan.
Occorre precisare che eventuali interventi potranno avvenire solo dopo che sia stata definita la direttiva Bolkeistein a livello nazionale. Nell’attesa di questo periodo transitorio, abbiamo ritenuto fondamentale promuovere un masterplan come strumento in grado di istituire un percorso operativo su cui riflettere e soprattutto configurare graficamente l’idea di progetto elaborata.
Cosa prevede il progetto?
Il progetto intende concepire tutta la fascia costiera, dalla ferrovia al mare, come un Woonerf marino, ovvero un ambito turistico condiviso, prevalentemente ciclopedonale. Si struttura su cinque obiettivi prestazionali quali: salubrità ambientale, sicurezza urbana, rinnovamento dei servizi, socialità e soggettività. Caratteristiche che potrebbero affermarsi col riassetto organizzativo degli spazi privati, pubblici e dell’arenile.
Un nuovo modo di concepire tutta la fascia costiera.
Un modo nuovo di “vivere la linea di costa”, concetto da cui è partita la riflessione e la stesura del progetto.
Che intende per rinnovamento dei servizi, socialità e soggettività?
Per nuovi servizi intendo un rinnovamento delle strutture balneari consono alla nostra realtà locale; cabine, chioschi e aree giochi. L’arenile e il lungomare sono in primis spazi della socialità, sia di percorrenza che di permanenza, da vivere in modo diverso sia in estate che in inverno. Il masterplan permette di configurare una “unità conoscitiva” a livello paesaggistico-urbano, in quanto impostato su una flessibilità controllata che consente ai singoli operatori di esprimere la propria soggettività progettuale nelle attività private.
Quali differenze rispetto al piano del Comune?
Innanzitutto una concezione organica dell’intera fascia costiera, derivata da una specifica attenzione alla prossemica nell’utilizzo degli spazi e l’introduzione del floorscape in ambito urbano. La distribuzione e l’organizzazione delle strutture, sia delle cabine che dei chioschi, è molto più flessibile. I blocchi delle cabine andrebbero concentrati ogni 20-25 metri di fronte mare rispetto agli attuali 60. Per i chioschi si prevedere una superficie minima dai 40 mq in su. I 25 mq previsti attualmente non consentono di realizzare attività rispondenti alle esigenze odierne. Tutto questo è fattibile mantenendo contemporaneamente le visuali libere verso il mare.
Inoltre?
Il masterplan scandisce un processo operativo da cui, per la natura del progetto in questione, non si può prescindere.
Quale sarebbe?
Una riflessione concettuale concertata, la localizzazione dei diversi contesti urbani, la quantificazione della scala dimensionale degli ambiti d’intervento, la qualificazione dei luoghi e la definizione degli accordi operativi.
Per il lungomare e le strade ha parlato di floorscape
Sì, tutte le strade che conducono al mare andrebbero concepite come “pasagge” sottolineando con arredi la peculiarità di questi spazi pubblici, compreso la pavimentazione lastricata o in asfalto colorato. Una sorta di “estensioni” delle corti alberghiere. Stesso discorso per il lungomare Pinzon e Colombo, che andrebbero valorizzati e utilizzati come ZTL.
E il tratto mancante da piazzale Kennedy alla Cagnona?
Si possono valutare più soluzioni, certamente deve strutturarsi come percorso prevalentemente ciclopedonale con affiancato un marciapiede. Una sorta di preaccesso alla spiaggia. Da via Italia poi, potrebbe essere solo un percorso pedonale a fronte dell’esile profondità dell’arenile.
In conclusione?
Questa proposta progettuale vorrebbe evitare fughe utopiche verso modelli alternativi di arenile non pertinenti alla nostra realtà. L’obiettivo è quello di proporre una soluzione cercando di affrontare i problemi reali della città esistente. Riorganizzare sulla base delle nuove modalità di come potrebbe essere vissuta in futuro la linea di costa, evidenziando quell’integrazione dei luoghi che si compongono tra spazi privati, pubblici e ambiente naturale, che sinergicamente strutturano e configurano quel nostro grande patrimonio che è il Paesaggio Marino. E’ una proposta, non vuole assolutamente avere l’arroganza di essere esaustiva, vorrebbe invece nutrire la riflessione e avviare un percorso costruttivo allargato.
La nostra impressione è che sia senza dubbio un progetto interessante che sarà sicuramente destinato a far discutere, dopo oltre 50 anni di chiacchiere e progetti faraonici chiusi nei cassetti finalmente un atto concreto, non solo fattibile, ma portatore, a nostro avviso, di un rinnovamento qualitativo per l’intera città e che riguarda l’interesse globale della stessa.
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