Trascurando critiche e polemiche, anche perché non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire, proviamo a prendere in esame una delle tre proposte del Sindaco.
In particolare, quella in cui i bagnini dovrebbero sottoscrivere una fidejussione impegnandosi alla demolizione delle strutture balneari a fine stagione. Così facendo ai bagnini viene garantita solo la stagione del 2017, con la vaga promessa che i bandi si terranno entro la prossima estate.
Il problema è che non viene fatto cenno di come saranno questi bandi, di quando esattamente partiranno, né da quale Commissione verranno esaminati. Quindi, il Sindaco Enzo Ceccarelli, esige garanzie solamente a suo favore senza a sua volta offrirne alcuna.
In tal modo gli operatori di spiaggia si troverebbero comunque obbligati alla rimozione delle strutture, senza sapere come evolveranno le cose, senza sapere del risultato di eventuali ricorsi e senza conoscere nulla del meccanismo dei bandi, né della Commissione che li prenderà in esame; comunque vada, a fine stagione si troveranno a mani vuote.
E’ l’evidente, da parte del Sindaco, applicazione del famoso “voler la botte piena e la moglie ubriaca”.
Sorvolando sul misterioso perché di questo comportamento, analizzando il quale ci avventureremmo per sentieri oscuri e cosmici arcani, scendiamo al solo livello di prendere in esame la possibile linea di pensiero inerente la proposta delle fidejussioni.
Qualunque operatore di spiaggia potrebbe anche prendere in considerazione questa proposta, a patto che anche Ceccarelli offra qualche garanzia.
Proviamo a spiegarci:
- Per prima cosa andrebbe spiegato come saranno i bandi.
- Secondo; fissare la data dei bandi e i termini di presentazione.
- Terzo; fissare la data di quando saranno esaminati e da quale Commissione.
- Quarto; nel caso i bandi non andassero, anche parzialmente, a buon fine per un eventuale motivo di irregolarità, o bloccati da un qualunque organo dello Stato o dall’accoglimento di qualche ricorso, la fidejussione e l’impegno di demolire le strutture, andrebbero posposte nel tempo fino all’assegnazione regolare di tutte le concessioni.
In tal modo il Comune vedrebbe garantite le demolizioni in caso di buon fine dei bandi, ma al contempo anche gli operatori di spiaggia avrebbero la garanzia di non perdere tutto a fine stagione 2017.
Questa prova di forza del Sindaco non serve a nessuno. Abbiamo l’impressione che la situazione gli sia sfuggita di mano. Questo rigido, ma anche deleterio atteggiamento nei confronti di chi (praticamente tutti) non è d’accordo con lui, fa trasparire tutta l’insicurezza con cui sta affrontando l’argomento. Sembra proprio che il petardo gli sia scoppiato tra le mani e le prime ustioni stiano diventando dolorose.
Andiamo avanti:
Si sa che il Sindaco ha duramente redarguito in privato coloro che durante l’infelice serata hanno anche solo lievemente contestato le sue scelte e sembra, anche se non ne abbiamo la certezza, che abbia prospettato di bloccare tutti gli operatori di spiaggia anche se verrà presentato un solo ricorso.
Enzino, e datti una calmatina, mica sei Dio in Terra!
Forse non sta realizzando che sta mettendo in crisi l’intera economia locale senza rendersi conto delle inevitabili, pesanti ripercussioni, anche sulla categoria cui lui appartiene.
Ma facciamo altre considerazioni e rimaniamo con i piedi per terra: Destagionalizzare; parola quasi misteriosa, forse anche troppo difficile da pronunciare ma di cui si sta anche abusando. Partendo dal presupposto che in inverno Bellaria non ha praticamente alcuna attività turistica e pur apprezzando l’idea dei chioschi di piccola ristorazione aperti anche in inverno, ci chiediamo: ma chi mai li frequenterebbe?
Con questo vogliamo dire che è inutile fare sogni di gloria con mega progetti. La spiaggia Bellariese allo stato attuale, può solo aspirare a progetti essenziali, semplici, poco costosi e a basso costo di manutenzione (cosa a cui mai nessuno pensa). Il piano spiaggia deve essere progettato con queste linee guida.
Questo è l’unico modo di concepire le nostre strutture, considerando il livello del turismo che frequenta la nostra località. A partire in quinta la macchina non si muove nemmeno.
Ultima considerazione: Prendiamo in esame il prolungamento in zona Cagnona del lungomare. E’ previsto che le spese siano a carico dei concessionari per il tratto che interessa la loro zona. Poniamo il caso che uno o più stabilimenti non vengano assegnati: chi, in questo caso, si farà carico della spesa? Ci sembrerebbe logico che lo stesso Comune si impegni a coprire quella quota. Non credo si possa prevedere un lungomare a pezzi.
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