«La libertà di pensiero è la capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro» I.Kant
Secondo Platone, l’aristocrazia del pensiero risiede nella continua ricerca della verità, senza avere l’arroganza di esserne depositari, mentre i sofisti poggiano la loro filosofia nell’opinione, la propria naturalmente. Questo modo di pensare ha dato vita al non pensiero, da cui oggi siamo circondati, uomini senza idee, opinioni e pensieri, che si sentono depositari di ogni verità.
In questi tempi, l’opinione del non pensiero dilaga in ogni sua forma, ma finché la cosa è privata poco male, il problema nasce quando questa “non opinione” si manifesta nel pubblico interesse, nella politica dominata dai partiti pervasi da questa aberrante filosofia.
Prima di proseguire con la realtà odierna, che ci circonda, anche da vicino, mettiamo un punto su Platone. La filosofia di Platone, costituisce infatti la base fondamentale della storia filosofica occidentale, se si riuscisse a mettere a “sistema” l’intera filosofia di Platone, essa assurgerebbe a benemerita per l’umanità.
Venendo alla nostra realtà cittadina, abbiamo un Consiglio Comunale che per il 90%, ahimè, dei suoi rappresentanti, è il “non pensiero”. Tutti con la verità in tasca, pieni di se stessi, una sorta di tirannia in cui nessuno esprime la sua vera personalità, tutti in corsa dietro all’ultima decisione dei capi in pectore.
Leggiamo nelle cronachette locali, di un consiglio di quartiere a Igea, tenutosi, malaugurata idea, in un albergo, guarda caso del Presidente del consiglio di quartiere… Ma i consigli di quartiere, non devono tenersi in sedi istituzionali? A Igea le sedi non mancano… Finché nello stesso albergo si tengono manifestazioni, incontri della maggioranza, tutto bene, ma in questo caso, proprio non ci siamo. Da quando la maggioranza può scavalcare i ruoli istituzionali?
Non c’è argomento che tenga, siamo alla privatizzazione degli organi istituzionali. Dunque il non pensiero vince su ogni cosa, Una gaffe, questa, imperdonabile da parte della maggioranza, che impone tirannicamente ogni suo volere.
Il non pensiero bellariese non si ferma qui, infatti ai consigli di quartiere, partecipa la Giunta al completo, che così facendo opprime con la sua presenza e il suo non pensiero i vari rappresentanti del consiglio, non più liberi di portare le loro istanze, essendo sotto osservazione della Giunta, diventando, in ultima analisi: “i luoghi della novella ceccarelliana”.
Infine, massima espressione del non pensiero, i prolissi, interminabili discorsi del Sindaco, che pare aver preso il posto di Fidel Castro sulla scena internazionale per la lunghezza dei suoi interventi, durante i quali ripete ossessivamente le stesse cose da sette anni.
Così si manifesta il non pensiero: insicurezza, necessità di ripetersi, non uscire dal “combinato disposto”, non avendo altre argomentazioni. Si può andare avanti in questo vuoto? Sembra di sì ascoltando le ultime voci che darebbero come favorito un ex Assessore della lega, alla candidatura di Sindaco.
E così il quadro del non pensiero, giunge all’apice della sua grandezza. Con tanti saluti all’aristocrazia del pensiero.
«Una delle punizioni che ti aspettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori» Platone
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