IL FASCINO FEMMINILE, A BELLARIA

Gli uomini, si sa, sono molto sensibili al fascino femminile, al punto che anche i più intelligenti possono diventare cretini.

A questo non sfuggono naturalmente nemmeno i politici, i quali, in particolare quando sono molto potenti, ammaliati dalle grazie femminili, arrivano anche a provocare seri danni. La storia ce lo insegna, partendo dall’antica Grecia e arrivando fino ai giorni nostri. Nella storia recente italiana infatti, basta pensare a Mussolini, per non parlare delle recentissime Berlusconiane vicende e, se vogliano restare circoscritti alla nostra città, anche Nando Fabbri non era affatto indifferente al fascino femminile.

Cosa c’entra allora l’architetto Stefania Tognoloni? C’entra, poiché finora ci pare abbia avuto e tuttora abbia, nella nostra città, fin troppi incarichi. Tra parentesi nessuno di questi pare aver avuto esito felice, Mercato ittico senza cella frigorifera, in cui pioveva dentro, pali in piazza smontati dopo una settimana, nuovo asilo nido di Via Ferrarin in cui, guarda caso pioveva dentro, e ora la ristrutturazione del porto (speriamo bene…).

Tra l’altro, a Bellaria I.M. nessuno sa (nemmeno gli amministratori e i dirigenti a quanto pare) che i tecnici che vogliono presentare la loro candidatura per la progettazione di opere pubbliche, devono dimostrare di aver realizzato, negli ultimi tre anni, opere simili a quelle per cui si candidano, e sempre in ambito pubblico. Solo una domanda: quanti mercati ittici aveva progettato la Tognoloni prima di quello di Bellaria? Quanti asili? E quant’altro?

Ora, è vero che a pensar male è peccato, e noi siamo peccatori incalliti, ma non può essere che qualcuno, magari anche lo stesso ing. Bonito, si sia fatto ammaliare dal fascino femminile? Come si spiegherebbe, altrimenti, il fatto che quasi tutti gli incarichi siano affidati a giovani donne architetto, Stefania Tognoloni e Maria Cristina Fontana? Già, perchè non crediamo che i nostri tecnici locali siano da meno di queste due architette, anzi!

Sicuramente c’è del fascino in Umbria, vista la frequentazione assidua (sempre e solo per questioni di lavoro) dell’Architetto Tognoloni, ma di certo ancor di più in Lombardia, visto l’ultimo caso trattato ieri e, a quel che si dice, non solo in ambiente tecnico ma anche, e forse soprattutto, sul piano politico. Peccato che quasi sempre questo fascino non sia appannaggio di bellezze locali.

Non si offenda caro Ingegnere, siamo uomini e non abbiamo bisogno di spiegazioni per capirla più che bene.

Ma questa Archistar umbra, che varia dalle piazze, ai ponti, ai mercati ittici, agli asili nido, ai lungo fiume, è davvero un fenomeno? Sarebbe interessante sapere cos’ha fatto: ha progettato il Mondo, o si dedica solo a Bellaria?

Ma veniamo al caso che ci interessa: ing. Bonito, o chi per Lei, ci può spiegare come mai per l’incarico alla progettazione dell’asilo in Via Ferrarin, affidato alla Tognoloni per un valore di 550.000 euro,  siano stati liquidati 18.000 euro al progettista e dopo, per un incarico integrativo sempre per il medesimo asilo, per un valore di 39.000 euro, siano stati liquidati al progettista 6.000 euro? Determina 2016 / 0000750. Cliccate per scaricare →(determina-asilo-integrazione).

Come mai siamo passati, da una prestazione iniziale con un costo al 3%, a una variante con un costo del 15%? Potrebbe spiegarcelo per cortesia, prima che cominciamo a pensare male? Sa non vorremmo pensare al solito giochetto delle varianti in corso d’opera per aggirare i massimali previsti per gli affidamenti diretti.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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