DA AVVERSARI A NEMICI

Con la vittoria alle elezioni del centrodestra, si è infranto un equilibrio mai sottoscritto, ma di storica tradizione, che è stato alla base dello sviluppo dell’intera nostra regione. La netta distinzione fra classe politica e classe imprenditoriale, era la base di un sistema, che bene o male, garantiva la pace tra le classi sociali.

L’anomalia nata a Bellaria Igea Marina, è che attualmente le due istituzioni sono in mano a una sola parte politica, senza alcuna effettiva possibilità di controllo di chi è fuori dalla stanza dei bottoni. Al di là di questo problema, quello che veramente preoccupa è la spaccatura sociale. Le varie fazioni politiche prima erano solo avversarie, ora sono diventate nemiche.

Questo sistema, che orbita al limite della democrazia comunemente intesa, è soprattutto improduttivo e non sta quindi arrecando alcun beneficio alla città.

Gli amanti del decisionismo potrebbero affermare che la fusione dei due poteri (economico e politico), sia un bene, perché in tal modo c’è la possibilità di prendere decisioni con maggiore rapidità ed efficacia, senza dilungarsi in complesse trattative tra le varie forze che rappresentano la città.

Questa teoria di stampo edonistico (che in Italia si potrebbe definire berlusconiana), ha dimostrato nei fatti di non portare risultati, sia a medio che a lungo termine.

Può andar bene per decidere una festa di paese, ma per progetti strategici c’è bisogno di un maggior confronto tra le varie forze in campo.

Arriva dopo il momento delle decisioni, e queste spettano a chi è stato chiamato dalle elezioni a tale scopo. Ciò non toglie che la teoria dell’uomo solo al comando non solo non funziona a livello nazionale, ma ancor meno a livello locale.

Sia chiaro che il confronto deve essere vero e costruttivo e non si può risolvere con una semplice convocazione da tenersi a cose fatte, e che serve solo a illustrare quanto già deciso in autonomia.

Caso ultimo ed emblematico: il progetto del porto.

Nella nostra realtà, per una serie di circostanze del tutto particolari, si è assistito ad una forte coesione tra il potere economico e il potere politico. Alla fine il tutto si è tramutato in un potere autoreferenziale che incombe sull’intera realtà urbana, condizionandone in maniera non del tutto positiva, l’intera struttura sociale.

La città, non partecipa a se stessa, anzi, subisce e non reagisce, eppure nessuno è soddisfatto dell’aria che tira. Poche sono le voci che si levano, una tra tutte quella del “Soldato Gilda”, che ancora combatte per affermare i propri diritti.

Abbiamo la pretesa e l’orgoglio di essere una delle poche voci libere, senza alcun legame politico, che non subiscono questo condizionamento che sta ammantando l’intera nostra collettività come una cappa oscura che non ammette voci di dissenso rivolte a quest’ordine costituito.

Vi possiamo garantire, che questa libertà ha un prezzo alto da pagare, ma la libertà non ha prezzo.

 


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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