LA LEZIONE DI LIBERO GRASSI

Palermo , September 1993 - Demo against the killing of Father Puglisi - A female child in front of a banner with the writing " Silence is Mafia " Palermo , settembre 1993 - Protesta contro la mafia per l'uccisione di Padre Pugliesi - Una bambina di fronte ad uno striscione con la scritta " Il silenzio  mafia " *** Local Caption *** 00127716

Andrebbe applicata ai sistemi mafiosi dei politicanti e dei loro addentellati

Ma chiariamo subito cosa intendiamo per sistema mafioso, soprattutto è “controllo”.

Non esiste solo la mafia del pizzo, quella degli appalti, o dello smercio della droga. Esistono sistemi mafiosi molto più raffinati, in grado di incidere sulla vita quotidiana delle persone.

Un esempio poteva essere in parte la tangentopoli scoperchiata nel 1992, anche se in realtà era più un sistema corruttivo che poco incideva sulla vita dei cittadini. In pratica era un distributore di ricchezza tra politici e imprenditori, se non si stava al gioco calavano i fatturati e non si era cooptati nel mondo della grande industria.

Un altro sistema mafioso (e qui so già che subirò attacchi e probabili denunce) era il sistema della grande (si fa per dire) finanza italiana, gestita interamente da Enrico Cuccia. Nella finanza italiana, allora tesa allo sviluppo industriale, il controllo dei grandi gruppi industriali (Fiat a parte, perché sempre sotto tutela di Cuccia, che la salvaguardava da qualsiasi pericolo) veniva deciso a tavolino da 4/5 famiglie, in cambio di vari favori di natura finanziaria e di controllo di importanti pacchetti azionari.

Questo faceva sì che il controllo totale fosse nelle mani dell’unico vero banchiere italiano, Enrico Cuccia. Se anche qualcuno avesse avuto il denaro per intraprendere il controllo azionario di qualche importante compagnia, sarebbe stato stoppato dal sistema Cuccia, se quest’ultimo non gradiva l’operazione, soprattutto se questa poteva mettere in crisi il sistema delle cooptazioni. Questo sistema cominciò ad andare in crisi con la prepotente entrata in scena di Raul Gardini, ma questa è un’altra storia.

L’unico punto debole del sistema Cuccia, era che si faceva finanziare le operazioni di alta finanza da cittadini del tutto ignari di come poi venissero usati i loro risparmi. Era evidente che il sistema finanziava i grandi e piccoli gruppi industriali, favorendo i loro investimenti e le loro speculazioni senza rischiare nulla. Un sistema in cui, chi più chi meno, tutti guadagnavano. E l’italietta tirava avanti.

Ma parliamo di un altro sistema mafioso, quello che più inconsapevolmente ci condiziona tutti i giorni. Premesso che la questione non si pone su una piattaforma ideologica, ma di interessi.

Il tipico sistema mafioso è il clientelismo, diffuso specialmente nei piccoli medi centri. Chi è a capo del sistema economico di tali centri riesce a influenzare: la politica, il lavoro, il commercio, le associazioni, addirittura anche le scelte sociali, ecc. I cittadini che osano ribellarsi a tali imposizioni, subiscono la messa al bando nella vita sociale, nel lavoro, che rischiano di perdere, nel commercio, con vistosi cali di clientela.

Come detto è “il controllo del tutto” che fa diventare mafioso anche un semplice paese. Mentre in apparenza tutto fila in modo perfettamente legale, in realtà chi decide le sorti del paese sono sempre poche famiglie, che orientano ogni cosa verso gli scopi che a loro interessano. Probabilmente con l’appoggio di altri maggiorenti di secondo livello che cercano il loro spazio, e anche dai peones, che in alcuni casi non capiscono bene quello che succede, mentre nella maggioranza dei casi sono altrettanto colpevoli. “Cose di qua”, insomma.

E allora dov’è la differenza, con la cosiddetta mafia del sud e quella appena descritta? Stesso modus operandi, stesse complicità con i potenti, stessa omertà, stessi i modi educati di porsi. L’unica differenza nei sistemi più sofisticati è “il pizzo”, che viene estorto in modi diversi, sopratutto politici, nel senso che si lasciano le amministrazioni libere di fare quello che vogliono, tanto nessuno controlla veramente. L’estorsione viene esercitata in modo raffinato, si estorce il consenso, il silenzio, l’obbedienza assoluta. Se poi un Sindaco fa querele, è sempre preso nella massima considerazione, il querelato no! Parimenti se il soggetto querelato è il Sindaco.

E tutti stanno zitti, consapevoli che parlare li porrebbe all’indice. Se anche parte qualche denuncia, la Magistratura spesso archivia, impegnata com’è su altri fronti considerati più sensibili. Ma il pericolo, per la nostra società, è che si perda quel minimo di morale e di etica, forse è molto più pericoloso di tutto il resto. È da questi presupposti che poi mette radici la mafia in senso classico.

Questo è il messaggio di Libero Grassi, se lasciamo che la società si deteriori, allora è finita, se quattro ominicchi possono fare quello che vogliono e chi potrebbe fermarli sta a guardare. Che senso ha, allora, parlare di società civile?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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