MULTE PER DIVIETO DI SOSTA: NON CI SIAMO

«Soprattutto mai troppo zelo» raccomandava il Principe Charles-Maurice de Talleyrand ai suoi collaboratori.

Dopo la vicenda della Signora multata per 4 minuti di sosta, sono diverse le lamentele che sono giunte in redazione.

La maggior parte di queste segnala la disparità di applicazione che viene adottata a seconda delle situazioni. Ad esempio: vicino a certi bar spesso ci sono auto lasciate in divieto di sosta, all’arrivo della Polizia Municipale, c’è il gestore del bar che interviene chiedendo di non far le multe, nel frattempo vengono spostate le auto, che dopo 5 minuti, ritornano a parcheggiare in divieto come se niente fosse.

Gli agenti lo sanno, ma spesso lasciano perdere, ma agendo così, legittimano questi incivili comportamenti. Se invece facessero le contravvenzioni tutti giorni, non facendosi impietosire dai furbetti, forse le cose cambierebbero.

La stessa cosa accade intorno ad alcuni alberghi: ci sono le auto dei clienti in divieto e a volte parcheggiate sopra agli stop. All’arrivo degli agenti, esce l’albergatore urlando e sbraitando. Anche in questi casi, a volte, capita che gli agenti lascino perdere. Oppure avviene che siano chiamati esplicitamente, ma passano senza nemmeno fermarsi. Senza poi parlare della eventuale difficoltà di passaggio dei mezzi di soccorso.

Non parliamo poi dello scandalo del lungomare di via Pinzon, dove ci sono perennemente auto parcheggiate in divieto, che oltretutto rendono difficile la circolazione. Ci sono poi altri furbetti, cioè quelli che lasciano il bigliettino con scritto “lavoro nel tal posto, non fate la multa” e capita veramente che la multa non venga fatta.

Pur comprendendo l’estrema difficoltà in cui la Polizia Municipale deve operare, certe situazioni non sono tollerabili. Sembra di essere nel selvaggio “Far West”, dove il più forte imponeva la sua volontà sul più debole e lo sceriffo si adeguava. Questa cultura, qui in città esiste da sempre, non è una novità degli ultimi anni.

Al tempo stesso, però, si può assistere all’applicazione di multe per divieto di sosta, elevate con eccesso di zelo, come appunto nel caso della Signora Garzillo, oppure nei quartieri residenziali si possono vedere le cose più strane, come quando, pur in assenza di traffico, le multe vengono fatte senza nessuna pietà, mentre al tempo stesso, in strade adiacenti, ci sono auto parcheggiate sui marciapiedi, ma la Polizia Municipale, pur passando e vedendole, tira diritto. Forse dipende da chi abita in certe strade?

Allora ci domandiamo: il metro di giudizio è lasciato ai singoli agenti, in base a quale logica? Come si può non avere la minima tolleranza per una fermata di cinque minuti per ritirare dei farmaci urgenti, e poi lasciar perdere situazioni che si ripetono quotidianamente, molto più pesanti e scandalose?

Non possiamo certo prendercela con i singoli agenti, ma sorgono delle domande: gli agenti vengono addestrati nel modo corretto? A loro vengono date istruzioni particolari magari “ufficiose”? Vogliamo ricordare, di quando due anni fa, dopo un decreto governativo che prevedeva lo sconto del 30% se la multa viene pagata entro 5 giorni, decreto ancora in vigore. In città, si scatenò, a fine stagione, la caccia ad auto e moto in divieto di sosta senza nessuna pietà. Ci furono molte polemiche per l’improvviso cambio di comportamento.

Siamo al punto che l’Amministrazione, quando ha bisogno di risorse, scatena la guerra delle multe? Ma al tempo stesso tollera certe situazioni e in altre colpisce implacabilmente. Questo non è accettabile, diritti e doveri sono gli stessi per tutti, non possono esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B. Quando finirà questo malcostume?

Qualcuno è responsabile di queste situazioni, quel qualcuno è ora che si assuma le proprie responsabilità!

Non è un invito a fare più multe, ma bensì a usare lo stesso metro di giudizio in tutte le situazioni possibili, senza favoritismi ma anche senza sfavoritismi.

Nel nostro tempo, dove ormai contano solo le regole, c’è spazio per l’umanità? A tal proposito sia permesso ricordare un’intuizione di Franz Kafka: «Schiavi della legge, cioè non umani».

P.S. Nella foto la macchina del Sindaco, quando all’epoca era sempre parcheggiata all’ingresso del Municipio.

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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