“CACCIA AL CHIOSCO”

Parafrasando il film con Cary Grant e Grace Kelly “Caccia al ladro”.

Sembra che le indagini sui chioschi in città non siano finite. Ma davvero ci sono altri casi?! Il sospetto nasce da certi movimenti intorno a qualche chiosco e da qualche voce dai diretti interessati.

Non si può certo parlare di “persecuzione”. In fondo le autorità non fanno altro che il loro dovere. Qualcuno ha innescato questo meccanismo segnalando il problema dei mancati versamenti IMU.

Quel “qualcuno” che ora si starà amaramente pentendo. Chi svolge le indagini, non può affatto ignorare certe situazioni, anche se queste coinvolgono personaggi di alto livello, anzi, al contrario, i personaggi più in vista, dovrebbero essere ineccepibili nella conduzione delle loro attività: ma spesso non è cosi!

Orbene, pare che altri chioschi collocati in posizioni davvero strategiche a Igea Marina, ora con ben poca concorrenza negli immediati dintorni, siano oggetto di indagine, magari sarà anche tutto in ordine, cosa comunque difficile da credere, considerando che storicamente, nessuna attività è in regola al 100%.

Di certo se qualcuno aveva goduto del momentaneo stop di alcuni chioschi, adesso non ride più… Quando si scatena una tempesta, le sue propaggini non si sa mai dove possano arrivare. Si deve stare attenti, le conseguenze potrebbero essere pesantissime, anche per chi si ritiene un intoccabile potente.

Sarebbe anche interessante sapere come e perché, ma sopratutto, da chi, è partita questa indagine, e se questa indagine riguarda solo Bellaria. C’è il fortissimo sospetto che qualcuno abbia voluto cogliere l’occasione delle primissime indagini, per anticipare in qualche modo il futuro delle spiagge locali e di tutta la riviera romagnola.

Siamo più che convinti che “la caccia al chiosco” farà altre vittime, magari anche tra i bagnini. Alcuni tra loro credono davvero di essere innocenti, altri, più realisticamente, sanno bene che non è cosi.

Nessuno è contento di questa situazione, non è certo piacevole entrare nelle maglie d’una inchiesta, ma per troppo tempo si è lasciato correre e la situazione, è degenerata.

Forse, anzi, senza forse, riguardo la situazione dell’arenile, di fatto si sarebbe dovuto definire con serietà un piano dell’arenile già dal 1985, anno del primo condono in Italia. Da allora non è mai stato fatto un progetto urbano serio, che permettesse non solo di regolarizzare un ambito anarchico del territorio, (come in quasi tutte le realtà balneari d’Italia), ma anche di riqualificarlo adeguatamente.

Chi ha permesso che questo avvenisse? Quando, appunto ci fu l’occasione di sanare certe situazioni, ma, ahimè, era necessario un piano dell’arenile, piano che nessuno da allora ha fatto, lasciando il tutto nella più totale anarchia. Quindi è abbastanza semplice evincere che tutte le Amministrazioni, da allora ad oggi, sono responsabili di questa gravissima mancanza. Anche quella attuale, che ha atteso ben sette anni prima di prendere qualche provvedimento.

Abbiamo il fortissimo sospetto che in questa città, ci saranno altre spiacevolissime sorprese in arrivo nei prossimi mesi.

Che sia cominciata la Madre di tutte le battaglie? Quella della “legalità” ad ogni livello?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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