LETTERA AL DIRETTORE: LA MIA VERITA’ di Raffaele Tomei

Fino ad ora non sono intervenuto per difendermi dagli attacchi subiti via stampa perché era in corso l’iter processuale che comunque non è ancora finito, ma ora non posso continuare a subire il fango che mi viene lanciato da tutte le direzioni.

Il reato per il quale sono stato condannato in appello non è la “concussione” ovvero non c’è stata minaccia di un danno ingiusto nei confronti della Presidentessa della Cooperativa dei Bagnini ma “induzione indebita a dare o promettere utilità in cambio di un vantaggio”, reato plurisoggettivo, ovvero un reato che si commette in 2.

In altre parole nel dire che avrei condotto controlli sulle spiagge per rilevare gli abusi demaniali/edilizi/paesaggistici, avrei indotto la Valentini a pensare che se mi avesse dato o promesso qualcosa io avrei desistito dal compiere il mio dovere.

Forse la comunicazione di voler fare quel tipo di controllo è stata da parte mia troppo convincente ed ha effettivamente messo paura a tutti quelli che evidentemente avevano qualcosa da continuare a tenere nascosto, ed è sotto gli occhi di tutti quello che sta succedendo sul litorale di Bellaria Igea Marina.

La mia colpa è stata forse quella di voler porre rimedio ad anni di inerzia di tutte le autorità che dovevano vigilare e non l’hanno fatto, Amministrazione Comunale compresa.

Gli abusi esistenti sulle spiagge esistenti erano evidenti già nel progetto PRO.TE.CO commissionato dall’Amministrazione Comunale e reso pubblico nel 2005, prima del mio insediamento a Bellaria, ma nessuno aveva alzato un dito.

Forse la mia attività avrebbe creato problemi a chi nel passato aveva omesso di denunciare, omissione che è emersa anche in sede processuale per la quale nessuno pagherà.

Quindi l’obiettivo era quello di fermarmi ecco il motivo per cui parte la denuncia nel 2009 nei miei confronti, ma nonostante ciò ho completato il mio periodo di Comando regolarmente perché giudicato dai miei superiori moralmente e professionalmente idoneo a continuare la mia attività a Bellaria. Quindi nel 2012 vengo trasferito non per “punizione” ma semplicemente perché per legge il Comando di un Ufficio Locale Marittimo non si può protrarre per oltre 6 anni.

La mia attività di controllo durante il periodo di Comando si sono svolte in modo trasparente ed hanno portato alla luce tutte le attività che venivano svolte irregolarmente sia in ambito portuale che sul territorio comunale alcune delle quali hanno avuto anche notevole risalto mediatico. A Bellaria quando sono arrivato venivano svolti attività di noleggio di barche in modo abusivo e senza titoli, imbarchi su navi a nero, imbarco di extacomunitari con libretti falsi, occupazione di specchi acquei da non aventi diritto, pesca di frodo, occupazioni abusive sul demanio, mancato rispetto delle ordinanze di sicurezza balneare e diportistiche. Pian piano la mia attività ha regolarizzato tutte queste situazioni sempre con spirito collaborativo nei confronti degli operatori e mai in modo repressivo.

Per tutte le vili accuse di altra natura riportate su alcuni quotidiani non esiste alcun procedimento penale pendente nei miei confronti e gli esposti anonimi contro di me erano solo dettati dalla volontà di allontanarmi da Bellaria per non farmi compiere il mio dovere.

Ribadisco la mia assoluta estraneità ai fatti per cui sono stato condannato e sono pronto a portare le mie motivazioni in cassazione e in tutte le altre sedi che la legge mi permette.

Raffaele Tomei


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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