I VALORI PERDUTI DELLA DESTRA

Sono giorni roventi per Bellaria Igea Marina, anche se ancora la temperatura non raggiunge picchi estivi, non c’è dubbio che si respiri un’aria pesante, ingigantita dal surreale silenzio del Palazzo, interrotto solo dal fruscio dei commenti sulla recente notizia dell’avviso di garanzia al Primo Cittadino.

Si possono dire tante cose in queste situazioni, se ne sono dette in passato, e si continueranno a dire in futuro. Non ci interessa, almeno per ora, approfondire questo argomento. Lasciamo, com’è giusto che sia, il compito di verificare le eventuali responsabilità giudiziarie a chi di dovere.

Vorremmo invece rilevare un comportamento che evidenzia l’assoluta mancanza di stile nella gestione del potere politico. Non se ne abbiano Ceccarelli e i suoi più assidui difensori, ma vorremmo ricordare che in quanto Sindaco di una coalizione appartenente al mondo della Destra, se ne sta guardando bene dall’assumerne lo stile.

Destra era Ricasoli, che al succedere come premier a Cavour, proibì al giornale “La Nazione“, l’unico sui cui esercitava autorità, di menzionare il vino Chianti in quanto ne era produttore. Destra era Sonnino, che divenuto ministro degli esteri liquidò le sue partecipazioni alle miniere dell‘Amiata. Era Einaudi, che accusato dal Guareschi di ammannire agli ospiti del Quirinale il suo “Dolcetto“, lo bandì dai menù del palazzo.

Destra significa incarnazione di questo spirito liberale ancorato ai suoi storici valori: lo spirito di servizio (quello vero, taciuto e praticato), il senso dell’Amministrazione e, soprattutto, l’anteporre l’interesse collettivo a quello privato.

Questo era, e dovrebbe essere, il comportamento di chi si arruola tra gli esponenti della Destra. Uno stile appannaggio dei grandi esponenti del mondo liberale, da Cavour a Giolitti, da Benedetto Croce a Einaudi.

Forse ci siamo fatti travolgere dalla nostalgia di personalità politiche che non esistono più. Forse abbiamo volato troppo alto e qualcuno potrebbe trovare anche inopportuno scomodare simili nomi per una vicenda tutto sommato misera, come quella che vede un Sindaco di destra entrare nel merito di una delibera che coinvolge gli interessi della propria famiglia. Ce ne rendiamo conto, ma vorremmo ricordare che quando si rivestono certi ruoli, non è sufficiente essere onesti, ma occorre anche sembrarlo. Ecco perché i grandi notabili della Destra assumevano una precisa etica.

Lasciamo alla Magistratura il compito di pronunciare i giudizi, ma non c’è ombra di dubbio che ciò che sta avvenendo a Bellaria Igea Marina, evidenzia molte ombre in merito a quella trasparenza e correttezza che era appannaggio dei più illustri rappresentanti della Destra italiana, o quantomeno di quella Destra storica dei notabili, di cui oggi si avverte una profonda nostalgia.

Non se ne abbia il Sindaco, ma egli dovrebbe appartenere alla visione filosofica della Destra, e la sua coalizione si dovrebbe connotare come schieramento politico alternativo e ben distinto dalla Sinistra.

E invece la squadra che guida sembra il famoso Sarchiapone di Walter Chiari, tutti credevano di sapere cos’era, ma nessuno lo sapeva veramente, come sempre, il tempo è galantuomo.

Buongiorno avvocato, sarà mica stato su Facebook tutta la notte? Mi dica… Sarchiapone, si può dire?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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