QUANDO SI DICE “INFORMAZIONE”

Per due giorni, un quotidiano nazionale/locale, e’ riuscito a non scrivere che ci sono due avvisi di garanzia, trasformando una querela in “esposto”, e ieri ha messo un titolo ingannevole a un comunicato stampa del PD (sembra voler difendere i due indagati), attribuendo la responsabilità (come se fosse una colpa segnalare alle autorità, fatti che potrebbero essere reati perseguibili), a una precisa forza politica (M5S), senza averne nessuna prova. Sembra che Ceccarelli abbia messo in atto una efficace sordina.

È un bel problema, un tema grande che riguarda la trasparenza, la democrazia e l’informazione in generale.

Il punto sta proprio nell’informazione, se manovrata, pilotata, o peggio, clientelare e non correttamente fatta con l’esposizione dei fatti e/o opinioni, essa diventa ingannevole. Il tutto diventa un preconfezionamento molto aleatorio, in cui il lettore, in mezzo a tanti capziosi giri di parole, non riesce a capire di cosa in realtà si tratti.

Al tempo stesso “Il Nuovo”, non fa minimamente cenno alla notizia dei due indagati, questo non fa che alitare dubbi sulla parzialità della testata. Sarà perché Ceccarelli è socio di quel giornale?

Ironia della sorte, sempre “Il Nuovo”, nello stesso giorno in cui esce la notizia dei due indagati eccellenti, pubblica un editoriale, a firma Primo Fonti, dal titolo “CORRUZIONE E LEGALITA’” (http://ilnuovo.rn.it/wp2/index.php/2016/05/12/corruzione-e-legalita/).

Un lungo e contorto articolo, in cui si possono intuire i concetti espressi dall’autore, sicuramente armato di buona volontà, ma in cui non viene accennata la quintessenza dei crimini legati alla corruzione. Quella forma di corruzione che si alimenta dell’illusione della legalità. Un crimine “legale” non si vede, c’è un rispetto formale della legge ma, nei fatti, se ne contraddice lo spirito. Il risultato è ancora più “corrosivo“, perché opera una progressiva desensibilizzazione al male.

Tanto per capirci, l’abuso d’ufficio, l’abuso di potere ecc. sono crimini che i pubblici ufficiali possono commettere con buone speranze di passarla liscia, per vari motivi: nessuno se ne accorge o, peggio, qualcuno se ne accorge ma sta zitto, oppure vengono giudicati lievi da un Pubblico Ministero e quindi archiviati, Comunque sia rimangono crimini molto gravi, perché perpetrati da pubblici ufficiali, sono i cosiddetti crimini legalizzati.

Salve caro avvocato addetto al nostro controllo, troverà in questo articolo qualcosa per querelarci? Faccia tranquillamente il suo lavoro per il quale la sua parcella è pagata da noi cittadini. A proposito, potrebbe comunicarci l’entità di questa parcella?


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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