QUALE DISEGNO STRATEGICO PER IL FUTURO?

Riusciranno i nostri “eroi” a ritrovare il bandolo della matassa dopo 40 anni?

Nella moderna società c’è sempre la necessità di una crescita continua, questo è dettato dal bisogno di incrementare i consumi, che sono la base per mantenere e possibilmente incrementare i posti di lavoro.

In una cittadina come Bellaria Igea Marina, come del resto in tutte le città della riviera romagnola, il discorso è valido per tutte, la crescita è dettata solo dall’aumento di presenze nel turismo, che rappresenta infatti l’80% della nostra economia, ma questo lo sanno tutti.

Il problema si pone quando, giunti ai nostri giorni, ma con un ritardo almeno trentennale, si deve pensare a interventi strategici atti a rilanciare la città per il futuro, a come sollecitare e rendere ancora interessante la città per i turisti che verranno nei prossimi anni.

Bisognerà rendere più fruibile la città, dotarla di strumenti al passo con i tempi, le sagre paesane dicono poco, sì, avranno notevole affluenza, ma solo perché sono gratuite. Il turista non sceglie il luogo delle vacanze in base alle feste paesane. Le Amministrazioni comunali in genere fanno le loro scelte pensando alle successive elezioni, gli interventi, nel 90% dei casi, sono solo di maquillage, ordinaria manutenzione, o piccole cose che riconducono sempre alla politica di piccolissimo cabotaggio, nella maggioranza dei casi strumentale agli interessi economici di qualcuno.

Anche quando si fanno “annunci” di piani strategici, che di strategico non hanno niente, i successivi progetti prendono in esame solo piccole parti della città. Manca l’idea di base e un progetto globale di tutta la città, che sia perfettamente raccordato in ogni sua parte, manca la visione del futuro.

Sono 40 anni, se non di più, che la città è ferma, anche la stessa Isola dei Platani, che doveva essere l’inizio del rinnovamento, non è servita a niente, anzi, ad oggi ha gravi problemi, perché appunto paracadutata li senza nessuna integrazione con il resto. Questo è l’esempio lampante della mancanza di lungimiranza della politica di piccolo cabotaggio, di quella politica che mascherandosi dietro ai panni del pubblico interesse, fa in realtà gli interessi solo di alcune categorie economiche. L’esempio del mancato sviluppo della “zona colonie” è al tempo stesso lampante e vergognoso, essendo quella zona l’unica che può dare un nuovo volto alla città, stessa cosa per la zona del porto, abbandonata a se stessa da sempre. Non basta certo un semplice marciapiede a riqualificarla.

Cosa bisognerebbe fare? Uno studio approfondito su tutta la città: urbanistico, sociologico, economico, strutturale. Al tempo stesso una ricerca di marketing sul turismo, ma di quello che verrà, perché è sicuramente destinato a cambiare. Tutto questo non dovrebbe essere lo studio di una parte politica, ma promosso dall’Amministrazione, la quale dovrebbe al tempo stesso mantenersi neutrale nei confronti di chi farà questo studio. Quindi anche l’Amministrazione, qualunque essa sia, dovrebbe escludere qualsiasi componente politica di parte, senza nessuna pressione di partito o d’interesse privato. Alla fine di questo studio, che durerà qualche anno, sottoporre il risultato finale ai cittadini, senza filtri di ogni genere.

Insomma una fattiva collaborazione tra teste pensanti senza influenze politico-economiche! Non come si faceva una volta, chiedendo a qualche albergatore o bagnino un parere, le logiche di un tempo non funzionano più, i tempi sono cambiati, è ora di nuovi impulsi!

Il ritardo accumulato è notevole, almeno 30 anni! Chi in città si sente di poter dare il proprio contributo si faccia avanti. Sono in molti a dichiarare l’amore per la città, benissimo, adesso è ora di dimostrarlo mettendo da parte questioni e ambizioni personali, vecchi rancori, appartenenze politiche, ma almeno per una volta lavorare tutti insieme per il bene della città!


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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