“La valle delle bambole… un miraggio agli occhi degli invaghiti europei.” (ranofornace)
The Sandpipers-Beyond The Valley Of The Dolls
La trasgressione, l’espansione dei sensi, il rimando a valori di libertà sull’estetica e sulla creatività, il tentativo di adottare comportamenti individuali alternativi come sistema di vita sociale, è un atteggiamento, una filosofia, esplicata su diversi fronti tra cui la musica, divenuto poi un genere storicizzato: “la psichedelia”.
Carrie Nations-Come With The Gentle People
Questa volta amici parlo di un soundtrack movie speciale, un cult per tutti gli appassionati di cinematografia d’annata, specialmente per chi s’interessa di recuperi di forme musicali e sonorità del passato. “Beyond The Valley Of The Dolls” di Russ Meyer del 1967; ambientato nella California di fine anni ’60. In sintesi: dopo l’omicidio di un tipo con la divisa nazista, una rock band femminile “The Carrie Nation” va a Hollywood per fare fortuna. Ma inghiottita dal successo e dai festini trasgressivi dove succede di tutto e non senza un tentato suicidio, affondano nella decadenza. Scene di nudo e sesso caricaturato, donne con seni e fianchi prosperosi, alcune che oltrepassano la soglia delle convenzioni presentandosi come uomini, amori lesbici, travestimenti ridondanti, atti di libidine, eccessi comportamentali, seduzioni contorte e humor nero nei party alcool-lisergici della città californiana, imbastiscono la trama di questo capolavoro della cinematografia lo-fi a basso costo, ricavato dal pulp letterario.
Strawberry Alarm Clock-Girl From The City
Russ Meyer è considerato uno dei massimi esponenti dell’exploitation, quel genere filmico pop che si concentra nella rappresentazione di contenuti forti, con l’esibizione esplicita di sesso e violenza, diciamo… l’antesignano del pulp tarantiniano, a discapito della qualità estetica. Ma qui l’estetica è riveduta sotto una nuova forma, alleggerita cioè delle pesantezze drammatiche e seriose di certa letteratura europea, estendendo la discorsività dei fatti e la banalizzazione dello sviluppo tecno-industriale americano come sistema narrativo, nel quale la spettacolarità della violenza e del sesso si libera, assumendo ironicamente le fattezze superficiali ed eccessive dell’evento parodistico.
Carrie Nations-In The Long Run
Russ Meyer diresse con “Beyond The Valley Of The Dolls” nel 1967, l’unico film per la “20th Century Fox” che gli fece decuplicare il guadagno non ripetuto l’anno dopo nel suo famoso “Vixen”. Nonostante le critiche ricevute; la prima, come una cruda rappresentazione dell’omicidio di Sharon Tate ad opera della setta di Chales Manson, oggi a noi sembra più una denuncia e una parodia sugli eccessi della gioventù americana di quegli anni.
Carrie Nations-Find It
Le dodici tracce dell’album, di cui una occupa l’apertura e la chiusura del film, sono state composte da Stu Phillips e suonate appositamente per il film da esecutori vari che vanno da: “The Sandpipers”, Carrie Nations, “Strawberry Alarm Clock” e Lynn Carey, fino ai strumentali brani di Stu Phillips. I generi spaziano dalla canzone bubble gum-sunshine al pop melodico e orchestrale, al rhythm & blues, al rock, fino alla psichedelia.
Stu Phillips-Ampersand
Apre la tittle track “Beyond The Valley Of The Dolls”, è un pop-sunshine arrangiato orchestralmente, cantato dal gruppo vocale “The Sandpipers” sulla linea degli “Association” e “The Mamas & The Papas”. “Come With The Gentle People” di Stu Phillips, altra canzoncina pop-bubble cantata dal trio femminile “Kelly Affair”:- Dolly Read (nel film Kelly MacNamara), Cynthia Meyers (Casey Anderson), Marcia McBroom (Petronella “Pet” Danforth), costretto nell’occasione a cambiare il nome in “Carrie Nations” e, oltre le capacità strumentali, offrono la loro avvenente prestanza fisica. “Look On Up At The Bottom”, sempre di Phillips, è un rhythm & blues grintoso, cantato al femminile sempre dalle “Carrie Nations”, mentre “Girl From The City” è uno dei due brani dei “Strawberry Alarm Clock”, un country-rhythm & blues tipico dell’epoca, messo nelle scene come intrattenimento ai balli. “In The Long Run” ancora di Stu Phillips e cantata dalle “Carrie Nations”, è un altro piacevole affresco dell’andazzo spensierato della gioventù californiana. Chiude la prima facciata la versione strumentale di “Beyond The Valley Of The Dolls”.
Strawberry Alarm Clock-I’m Comin’ Home
“I Sweet Talkin’ Candy Man” cantata dalle “Carrie Nations” è un psych-rhythm & blues incalzante con cambio di tempo, tipico da festini. “Find It”, è un psych electro-fuzz cantato magnificamente da Lynn Carey che da la voce al personaggio immaginario di Kelly McNamara, impersonificato da Dolly Read. La strumentale “Ampersand” è un rhytm-suspence organistico anch’esso tipico dell’era psych-filmica dei ’60. “Once I Had Love”, cantata ancora con magnificenza interpretativa da Lynn Carrey, è il brano più dolce e soul dell’album. “I’m Comin’ Home” è il secondo brano interpretato dai “Strawberry Alarm Clock”; efficace, accattivante, l’unico autenticamente rock e psichedelico, alla maniera di “Iron Butterfly”. Chiude l’album la ripetizione di “Beyond The Valley Of The Dolls” ad opera di “The Sandpipers”.
“Beyond The Valley Of The Dolls” (usa 20th Century Fox 1967) può essere considerato a tutti gli effetti un film psichedelico, nei colori, nella stravaganza e nell’imprudenza dei comportamenti, nel senso che traccia a suo modo i tratti esasperati di una generazione di giovani disobbediente ai precetti morali, intenta a sradicare i tabù e i sistemi di vita borghese della società americana, abbracciando nella sregolatezza liberatoria dei piaceri individuali, la follia utopica del “peace & love” del movimento hippie. L’amore fisico, la nudità anticipata sulle mode… e la morte, complice spudorata nell’atto liberatorio del “tutto è concesso”, si fondono nello stesso trip lisergico. Meyer, risolve l’assurdità delle vicende con la leggerezza del fumetto filmico, nei tagli dei “fotogrammi a sensazione”, intascando i consensi del pubblico. Il disco, risulta musicalmente datato ed è anche il suo pregio, per il cultore ed il collezionista di colonne sonore, invece, ha il fascino del documento d’epoca; una perla immancabile.
Pierdomenico Scardovi
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