Caravan: In the Land of Grey and Pink

 

Dome alba 6“È giorno
e la brughiera risuona di delicati colori…
è un incanto!”

(ranofornace)ranina picciina

Eccolo il paese grigio e rosa dei sogni tolkieniani sovente ricordato dal sottoscritto, eccolo in tutto il suo splendore!

Caravan-Golf Girl

caravan insieme 1Il “Canterbury Sound” come abbiamo in altra sede ricordato rappresenta la “devianza” del verbo progressivo, o in altro modo l’irriducibilità di una certa area musicale ad assoggettarsi alla dilagante prepotenza sonora del rock e anche per questo considerato erroneamente “minore”. La ricerca canterburyana è prima di tutto una rivolta intellettuale che si affianca a quella epocale del “progressive” crimsoniano; individua e sviluppa una linea originale, fatta in alcuni casi di stravaganza stilistica, attinta dall’avant-jazz sperimentale nei “Soft Machine”, “Gong”, “Henry Cow”, “Slapp Happy” o, mostrando il suo lato più accattivante e fantasioso, di morbidezza melodico-sonora, acquisita dal pop, nell’uso della timbrica dell’Hammond di Peter Bardens, Dave Stewart o di David Sinclair, rispettivamente nei “Camel”, “Hatfield And The North” e “Caravan”, divenendo un vero e proprio marchio di fabbrica.

caravan sinclair Noi ora parliamo di sentimentalismo e non quello mellifluo e banale del pop mainstream ma quello equilibrato e ricercato dell’art-progressive dei “Caravan”. Una sorta di mondo incantato popolato da figure di sogno che simboleggiano il desiderio di fuga dell’uomo dai crudi disincanti della realtà. Ma la luce ora è nitida, ripulita dai torpori notturni e dalle nebbie paludose delle prime fiabe sessantiane  La formula della suite sinfonica sontuosa e solenne si adegua qui agli affreschi pastellati di una visualità dai contorni nitidi, dove il sentimentalismo denso del regno crimsoniano e la celebrità narrativa genesiana si scioglie in dolci e serene brezze dai tratti  soavi e malinconici. Siamo di fronte al connubio  innovativo fra estraniante leggerezza e  rassicurante orecchiabilità.

Caravan-Winter Wine

caravan batteria coloreI Caravan si formarono nel 1968 dall’esperienza machiniana dei “Wild Flowers”, ovvero quattro dei suoi membri si staccarono per formare quella che diverrà la band più emblematica del filone “dolce” canterburyano. Richard Sinclair (basso, voce); Pye Hastings (chitarra, voce); (David Sinclair (tastiere, mellotron, piano); Richard Coughlan (batteria, percussioni). Ospiti Jimmy Hastings (flauto, sax tenore, piccolo), Dave Grinstead (campana, cannone), John Beecham (trombone) nell’album che andremo ad occuparci. Dopo l’ingenuo debutto dell’omonimo album nello stesso anno e l’ottimo “If Could Do It All Over Again” del 1970, arrivarono alla messa a punto della forma sonora con il loro capolavoro “In The Land of Grey and Pink” nel 1971.

caravan 4L’opera terza dei Caravan è limpida e leggera, non per questo superficiale. La sua cristallina bellezza è dovuta allo spunto sapiente del suo duo principale, Richard e Dave Sinclair. I contenuti stilistici vanno dal taglio jazzato di alcuni passaggi provenienti dall’esperienza dei Soft Machine, ai piccoli vaneggiamenti psichedelici della follia Gong, intinti nella squisitezza formale apparentemente semplice degli Henry Cow e Hatfield and the North. Non solo, ma la luce di questo disco proviene dall’opera magna dei Colosseum “Valentyne Suite”.

caravan colore 5Cinque sono le tracce, di cui l’ultima occupa tutta la seconda facciata. Apre il trombone ospite di John Beecham in “Golf Girl”, una tranquilla passeggiata tutt’altro che scontata per i sentieri ayersiani dal vago sentore clownesco, canticchiata da Richard Sinclair, dove fa il suo primo ingresso il suono della carovana di Dave Sinclair fino alle sfarfallanti aperture flautistiche di Jimmy Hastings. La magnifica “Winter Wine”, procede soavemente nell’eco westcoastiano, per riprendere il corso ritmico-temporale del viaggio progressivo. La voce rassicurante di Richard Sinclair trasporta l’ascoltatore nelle dolcezze di una realtà catartica, fra trasognanti e fanciullesche atmosfere, lungi da conflitti interiori. L’intermezzo “Love to Love You (And Tonight Pigs Will Fly)” adotta la ritmica di “Wild Things” del 1965 di Chip Taylor proposta dai Troogs, anzi è la sua trasposizione in chiave pop, ma tutto il retroscena del disco risente del rhythm & blues, come aggancio alla radice di un certo andamento prog inglese, partito appunto dalle sue storiche basi. “In the Land of Grey and Pinkne è la riconferma, infatti la sua ritmica decorata classicamente dal piano e modernizzata al synth, tradisce comunque la nostalgia.

Caravan-Nine Feet Underground

caravan 3 colore“Nine Feet Underground”, la lunga suite della seconda facciata, è la riconferma del filo mai spezzato che Canterbury ha avuto con l’opera seminale “Valentyne Suite”, che in questo brano fa sentire tutto il suo potenziale evocativo. La bellezza conduttiva del suo incedere, l’arrangiamento, la sonorità… le entrate e le uscite effettistiche, impreziosite dalle armonie pop e dalle improvvisazioni dell’organo Hammond di Dave Sinclair si estendono con semplicità disarmante, trasportano nella felicità ariosa della “prateria progressiva”, fino ai venti della riflessione e del cambio metereologico, ma è sempre lei a dettare legge, lei con le sue sublimi carezze, lei … “la regina Valentyne”, fino al ritorno del canto del tema iniziale e il riff rockeggiante del finale. è il brano apice del disco; il suo capolavoro!

Le tastiere di Dave Sinclair riassumono un po’ tutto il senso della musica dei Caravan, una musica fatta di atmosfere evanescenti, giocose e scherzose, una musica sorretta in sordina, dalla struttura jazz e blues. Non si può però  parlare di prolissità prog, quanto piuttosto di completezza di spunto creativo e grande senso del gusto sonoro-musicale. I Caravan vengono considerati nel “progressive”, tra gli interpreti più equilibrati, fra ostentazione stilistica e rappresentazione musicale e cioè, i contenuti tecnici superano difficilmente quelli evocativi e viceversa, in pratica dosano la lezione tecnica-narrativa dei Colosseum e dei primi King Crimson in un  disilluso coagulo espressivo, soprattutto in questo disco che è meritatamente inserito fra i capolavori del “genere”. I successivi album, fra avvicendamenti e impegni di lavoro su diversi fronti, fecero propendere le loro scelte verso una incidenza pop sempre più marcata.

rano 2Valutaz. *****

Pierdomenico Scardovi

 


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