Raqqa: «Le bombe sono peggio dell’Isis»

Raqqa, capitale del Califfato nel deserto siriano, si trova sotto una pioggia di bombe.

La città, già colpita nei giorni scorsi da decine di aerei russi, è finita ora nel mirino dell’aviazione francese. Non solo. Dopo la conferma della matrice terrorista dietro la caduta dell’aereo Metrojet sul Sinai, Vladimir Putin ha dato ordine ai suoi generali di intensificare i raid su Raqqa, che per la prima volta è stata colpita da missili da crociera lanciati da navi russe alla fonda nel Mediterraneo. Ha messo in campo 25 bombardieri a lungo raggio, ordinato il coordinamento navale con Parigi e chiesto ai Paesi europei, del Nord America e del Medio Oriente di formare una coalizione anti-terrorismo «come quella anti Hitler».

LIMITATE LE COMUNICAZIONI CON L’ESTERNO. I contatti con la città siriana non sono semplici, gli uomini del Califfo cercano di limitare al massimo le comunicazioni dei civili con l’esterno. Ma grazie a un rifugiato siriano, che da pochi mesi vive in Libano, riusciamo a parlare con Hana, una sua parente che vive ancora a Raqqa: «Non ci sono solo uomini dell’Isis e loro familiari qui», racconta al telefono. «Il cielo ieri era pieno di aerei, jet francesi, russi ed elicotteri di Assad ci hanno lanciato addosso bombe di ogni tipo. Sembra di vivere in un macello, in una piazza sono morti cinque concittadini tra cui un bambino. Non so da quale nazione occidentale arrivasse l’aereo che ha buttato quella bomba».

«PAGHIAMO NOI PER I CRIMINI DELL’ISIS». Stando ai dati forniti da fonti militari, vicino a quella piazza c’era un centro di arruolamento e addestramento dell’Isis, che è stato praticamente raso al suolo. Ma nel raid hanno perso la vita anche persone innocenti. «Da quattro anni viviamo in guerra, da quasi due siamo prigionieri del Califfato e ora, da quando la Russia ha iniziato a bombardare la città insieme all’aviazione di Assad, abbiamo paura di essere noi a pagare il prezzo dei crimini dell’Isis», continua Hana. «Adesso sono arrivati anche i bombardieri francesi, chissà cosa altro ci aspetta». ( fonte Lettera 43 – MSN )

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