QUANDO LA POLITICA TI CAMBIA LA VITA

Un interessante reportage di un nostro collaboratore.

-Potrei scrivere un libro sulla citta di Amsterdam, avendoci vissuto e lavorato quasi un anno nel 2005/06 e potrei quindi da cittadino sapere quanto una diversa politica della città abbia contribuito a migliorare la vita dei suoi abitanti.

In meno di un ora puoi regolarizzare il tuo permesso per lavorare, affittare casa con i relativi allacciamento luce acqua e gas nonché internet sono pratiche veloci e facili per chiunque, la gestione dei rifiuti è ottimale, il panorama socio culturale è tra i più interessanti d’Europa e tutto ciò è frutto di scelte politiche che hanno migliorato la qualità della vita dei suoi cittadini.

Ma in questo piccolo reportage mi occuperò soprattutto di 3 aspetti che caratterizzano questa città senza dubbio unica. Non tutto è perfetto ma questa paese ha senz’altro un piede nel futuro. (LVR)

Reportage dalla città di Amsterdam

Indipendentemente da come uno la pensi è oggettivo il fatto che le decisioni politico amministrative assunte dalle autorità governative di un paese cambiano la vita dei suoi cittadini. Quelle assunte dal governo olandese in materia di mobilità cittadina, di controllo e gestione di prostituzione e droghe leggere, per quanto anch’esse legittimamente discutibili e criticabili,  ci offrono sicuramente uno spunto di riflessione interessante se non altro per i risultati ottenuti fino ad oggi.

La città di Amsterdam conta oggi quasi 750.000 abitanti ed è senza dubbio un modello per la mobilità del futuro, di questi, il 41% si muove in macchina, il 22% utilizza il trasporto pubblico e il 37% si serve quotidianamente della bicicletta per i suoi spostamenti. Le biciclette presenti oggi in città sono circa 700.000, una vera rivoluzione a due ruote. Nonostante la “ Venezia del Nord” abbia conosciuto percentuali più elevate di mobilità ciclabile (65% fino agli anni ‘50), i seri problemi di congestione causati negli anni ’60 dall’aumento del numero di autoveicoli in circolazione ha spinto le autorità cittadine ad affrontare il problema potenziando il servizio di trasporto pubblico (costruzione della metropolitana), disincentivando l’utilizzo dell’auto privata e investendo nella mobilità ciclabile (nel quinquennio 2006-2010 la città di Amsterdam ha stanziato più di 100 milioni di euro per misure a favore della ciclo mobilità).

La politica dei trasporti della città di Amsterdam contenuta nel Piano della mobilità e dei trasporti assegna alla bicicletta un ruolo centrale, integrando le politiche per la ciclo mobilità con quelle ambientali, dei trasporti e della pianificazione urbana in generale. Il Piano prevede misure a favore dello scambio modale auto-bici (park&bike), l’espansione del “Main Bicycle Network”, la costruzione di un secondo “Core Bicycle Network (provvisto di corsie rapide per tragitti di media durata), la creazione di piste ciclabili a scopo ricreativo dentro e fuori dalla città, l’introduzione di depositi automatizzati per il parcheggio nella zona centrale, meccanismi di prevenzione dei furti, l’aumento della sicurezza stradale, la diffusione della bicicletta anche tra le minoranze etniche e un’ampia campagna di informazione sui vantaggi e sulle possibilità della mobilità ciclabile. Il parcheggio per biciclette accanto alla stazione ferroviaria centrale è unico al mondo ed ha una capacità di ben 7000 unità.

Queste, a torto o a ragione, sono comunque decisioni politiche che cambiano la vita del cittadino, ma anche sul tema droghe leggere e prostituzione gli olandesi hanno tracciato la loro via. Amsterdam è infatti famosa per il suo quartiere a luci rosse, De Wallen, e per i suoi numerosi coffee shop autorizzati alla vendita di marijuana e di derivati della cannabis. Nella politica e nella legislazione dei Paesi Bassi esiste una distinzione tra le droghe pesanti (come eroina e cocaina) e i derivati della canapa (marijuana, hashish). La cannabis badate bene non è legale, bensì tollerata; ciò significa che la vendita di una quantità inferiore ai cinque grammi per cliente ed il possesso di quantità fino a trenta grammi non sono perseguite dalla legge. La politica olandese mira a prevenire e contenere i rischi per l’individuo e la collettività associati all’uso di stupefacenti. In questa ottica viene offerto ai tossicodipendenti aiuto per disintossicarsi e per migliorare la propria condizione fisica, psicologica e sociale. Di fatto, la richiesta di assistenza è più frequente se i consumatori di stupefacenti non devono temere di essere perseguiti penalmente o di sporcare la propria fedina penale.

Ci sono tre obiettivi principali che vengono realizzati dalla “politica della tolleranza” e la regolamentazione dei coffee-shop. In primo luogo si vuole scoraggiare e possibilmente evitare del tutto il consumo di droghe leggere da parte di minorenni. Oltre a ciò si auspica una riduzione dei problemi di ordine pubblico (sia individuali che sociali) derivanti dal consumo delle droghe leggere. Infine, il divieto più assoluto imposto sulla vendita di droghe pesanti nei coffee shop mira a ridurre il rischio di un possibile passaggio da droghe leggere a droghe pesanti separando e differenziando i due mercati. Nei Paesi Bassi il consumo di droga non è comunque un fenomeno né incoraggiato, né accettato: esso viene scoraggiato grazie ad attività d’informazione che si svolgono nelle scuole e a campagne finalizzate a far conoscere i rischi connessi all’uso di sostanze che creano dipendenza. La finalità principale della politica dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti è far diminuire la domanda e l’offerta di droga (infatti il numero di coffee-shop si è ridotto del 36% tra il 1997 e il 2003, da 1179 a 754) e ridurre i rischi che l’uso di stupefacenti comporta, sia per i consumatori (altrimenti costretti a muoversi in ambienti dominati dalla criminalità) che per la società nel suo complesso. Il numero di decessi collegati all’uso di droghe nei Paesi Bassi è il più basso in Europa. Il governo dei Paesi Bassi riesce a supportare circa il 90% dei tossicodipendenti con i programmi di disintossicazione. Il risparmio di tempo e denaro connesso alla tolleranza controllata delle droghe leggere ha consentito di concentrarsi effettivamente sulla lotta alle droghe pesanti. La politica della tolleranza non ha portato ad un maggior consumo di droghe leggere: nei Paesi Bassi il 9,7% dei giovani ragazzi consuma droghe leggere una volta al mese, paragonabile al livello in Italia (10,9%) e Germania (9,9%) ed inferiore a quelli del Regno Unito (15,8%) e Spagna (16,4%). Queste percentuali si ripetono riguardo alle statistiche sulle droghe pesanti: nei Paesi Bassi ci sono 2,5 tossicodipendenti per ogni mille abitanti, in Belgio 3,0, in Francia circa 3,9, in Spagna 4,9, in Italia 6,4. Nei Paesi Bassi si contano circa 28.000 tossicodipendenti, ma oltre 300.000 alcolisti e oltre 650.000 assuntori cronici di sonniferi e calmanti. L’uso di droghe leggere è da considerarsi perciò, in termini di diffusione sociale, un problema minoritario e anzi un modo per uscire da dipendenze da droghe sintetiche come alcool, eroina, cocaina e farmaci. Portare il consumo di sostanze stupefacenti alla luce del sole, infatti, permette un certo controllo sociale che limita danni e rischi non solo alla società stessa, ma anche ai singoli consumatori, che possono documentarsi preventivamente sui rischi e decidere autonomamente se fare uso di droghe o meno.

La prostituzione nei Paesi Bassi è legale: chi la esercita è considerato un libero professionista ed è tassato come qualsiasi altro imprenditore, inoltre, con la legalizzazione si è risolto anche il problema dello sfruttamento e del mercato delle schiave del sesso presente sulle strade di molti paesi europei. Sebbene per molti la strada scelta dall’Olanda può risultare una sconfitta per le istituzioni i risultati ottenuti mostrano invece che assumere il controllo della situazione è un male minore, e se dati e numeri contano ancora qualcosa, la via olandese, sembra produrre maggior benefici per la collettività.

 


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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