UN BELLARIESE ALLA CORTE DEL RE

L’ARCHITETTO CRISTIAN GORI OSPITE ALLA TRIENNALE DI MILANO COL PROGETTO ASTA FLUVIALE E TERRITORIO RURALE

Oltre 500 i partecipanti che hanno potuto entrare in contatto con culture, tradizioni, punti di vista assai diversificati e con veri e propri protagonisti nel campo del paesaggio, per approfondire un ambito tanto giovane quanto importante, quale quello dell’Architettura del Paesaggio. Al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, è andato in scena il Convegno Internazionale organizzato dalla rivista Paysage, dal titolo: “Agritecture & Landscape”, con relatori provenienti da tutto il mondo e oltre 200 progettisti con progetti esposti nella giornata di giovedì 25 giugno. Tra i progettisti partecipanti al grande evento, anche l’architetto bellariese Cristian Gori, presente col progetto di Recupero e valorizzazione del territorio rurale-asta fluviale di Bellaria Igea Marina, esposto all’interno della Triennale. Una convocazione che evidenzia la qualità di pensiero progettuale del giovane architetto bellariese e che rende onore e fa conoscere la città di Bellaria Igea Marina all’interno degli eventi EXPO.

Architetto Gori una bellissima esperienza la vetrina della Triennale di Milano?

Assolutamente sì, per l’importanza del luogo e ancor più per il livello degli argomenti in tema di paesaggio e valorizzazione dei territori rurali, dibattuti all’insegna dei valori promossi da Expo 2015 che patrocinava il convegno.

Ci spieghi il progetto esposto ?

È un progetto che prende spunto da un preciso indirizzo avanzato nel Piano di osservazioni Emisfero nel 2008, che intende richiamare l’attenzione sul valore e la potenzialità del Territorio rurale di Bellaria Igea Marina, troppo spesso dimenticato in passato, se non addirittura (come ho già avuto modo di dire), utilizzato come deposito per esportare le parti “scomode” della città urbanizzata. Sulla base di questo proposito, ho avuto modo successivamente di sviluppare alcuni progetti urbani, che qualora venissero intrapresi potrebbero dare inizio ad un recupero e ad una valorizzazione, sia del territorio rurale, che dell’ asta fluviale della città.

Se non ricordo male, lei elaborò il progetto urbano “Una campagna si…cura” nel 2010 per l’Amministrazione comunale?

Esattamente, quel progetto non solo ebbe un esito felice per i finanziamenti, ma fu l’occasione per mettere a punto una visione nuova e un nuovo modo di concepire il territorio rurale. Tant’è che il preambolo mirava a sviluppare una precisa linea di indirizzo in chiave di obiettivi di pianificazione per il nuovo PSC. Una sorta di mappa dei valori storici ed ambientali presenti nella nostra campagna, che possono aprirsi anche a forme di utilizzo diverso rispetto a quello tradizionale agricolo, ovvero costituire un valore integrativo all’offerta turistica costiera. Gli elaborati presentati alla Triennale, raccolgono una serie di azioni progettuali capaci di far emergere un modo nuovo di vivere nuovi luoghi del territorio agreste e periurbano, dalla rivalorizzazione e promozione conoscitiva della Falesia (che fu una delle proposte avanzate nel Piano Emisfero e che oggi gode di una pista ciclabile che la rende raggiungibile), al possibile piano di recupero coordinato delle ex case coloniche, alcune delle quali sono già state brillantemente trasformate in agriturismo, fattorie eco-turistiche o ristoranti. Cosi come la creazione di orti urbani o luoghi dediti ad attività finalizzate a promuovere la cultura verso il territorio agricolo associate alla sensibilità sociale. Tematiche sviluppate nel progetto “Una campagna si…cura” nel 2010, i cui contenuti sono in piena sintonia con molti argomenti su cui si strutturano i contenuti dell’Expo.

Nelle tavole presentate alla Triennale rientrava anche la proposta da lei studiata per la Confesercenti sull’asta fluviale?

Certo, altra importante proposta riguarda la riqualificazione del waterfront. Il rapporto città-fiume, che si articola in forme e modi differenti e che costituisce non solo la centralità del paese, ma anche l’anello di congiunzione tra la campagna e il porto con la sua dimensione urbana della città. Purtroppo è ancora una nota dolente l’attuale situazione dell’intera asta fluviale a mare della via Ravenna. Ciò non toglie che, su volontà della Confesercenti, venne fornita una possibile idea su cui riflettere per cercare di trovare una soluzione. Resta comunque un ambito dalle forti potenzialità, cosi come l’ ambito del castello Benelli o l’area della fornace.

L’importanza di un disegno organico del territorio rurale quindi?

Certamente, in futuro sarà fondamentale recuperare il legame tra natura e architettura. Ed è importante comprendere come il Paesaggio, che si compone di frammenti di costruito e di natura, avrà sempre più un ruolo di moderatore delle nostre azioni urbane.

Anche in una realtà come Bellaria Igea Marina, città diffusa sul litorale costiero in cerca di una nuova configurazione, in futuro un ruolo nevralgico verrà svolto proprio dal territorio rurale e dai lembi di aree verdi, attraverso le quali creare delle sinergie. I futuri potenziali economici della città non risiederanno più nelle potenzialità edificatorie e di consumo del suolo, ma nella capacità di rigenerare le realtà urbane esistenti e nella creazione organica di spazi verdi sempre più integrati alla realtà del costruito. Un sistema di sistemi, capace di coordinare la scala urbana con quella territoriale e geografica.-

Il titolo dell’articolo è provocatorio, l’architetto Gori era infatti alla corte del “Kaiser” Enzo Ceccarelli, adoperandosi molto nel presentare idee, nuovi progetti per la città, vincendo concorsi e finanziamenti, per poi, all’improvviso, essere mollato dal Kaiser. La sola spiegazione che riusciamo a darci, è che questo astro nascente, potesse mettere in ombra l’appena eletto Sindaco. la conferma di questo retro pensiero la si è avuta non solo per questo invito all’EXPO, ma ben prima si era avuta conferma della sua capacità progettuale, quando nel 2013 vinse, a New York, il prestigioso riconoscimento ‘Downtown Achievement Award 2013’. Sempre con progetti su Bellaria Igea Marina.

Insomma, caro Kaiser, sembra proprio che lei abbia usato l’architetto Gori solo a scopo politico/elettorale, sarà per caso vero che Lei boccia o modifica tutte le idee che non vengono direttamente da Lei? Non stiamo esagerando un po’ troppo con il culto della personalità?

In Città ci sono tanti eccellenti professionisti…… ma chissà perché, Lei preferisce studi professionali esterni alla Città… e i risultati si sono visti…

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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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