Mu: Mu (Lemurian Music – The Last Album – End Of An Era)

 

dome darsena“Il luogo è altra cosa
la culla di tutti i rimpianti. Noi, nella ricerca del creato.” (ranofornace)ranina picciina

 

 

 

 

Mu-Ain’t No Blues (1971)

mu 1971 discoQuesta volta amici, sfilo dallo scaffale perle meravigliose sparse qua e là in più di un paio di lp, il perché sta nel fatto che voglio proporvi una serie di brani di una grande band misconosciuta: “Mu”– di Merrell Fankhauser, le loro registrazioni sono state raccolte in tempi successivi in diverse ristampe.

 

Mu-Ballad Of Brother Lew (1971)

mu bandNecessita di presentazioni questo straordinario chitarrista e compositore dallo stile piuttosto originale? Spererei di no. Chi conosce il gruppo “Mu” sa dove si va a parare, ovvero nella lontana tradizione ballad-surf statunitense e molto altro ancora. Andiamo per ordine; il giovane Merrell Fankhauser da Louswille (Kentuky) si trasferisce in California nei primi anni ’60, qui subisce l’influenza della scena surf dell’epoca, nel 1966  a Los Angeles fa parte del gruppo Fapardokly, con pezzi mersey-beatlesiani, nel 1968 partecipa al progetto Fankhauser & H.M.S. Bounty per “Things Going Round My Mind” un album psych-fuzz di tutto rispetto, quindi nel 1971 si riunisce all’amico Jeff Cotton, nientemeno che il chitarrista di “Trout Mask Replica” e “Strictiy Personal” nella “Magic Band” di Captain Beefheart e insieme danno vita alla straordinaria esperienza musicale e di vita chiamata “Mu” (derivante dall’omonima lettera greca).

Mu-Blue Form (1971)

Mu carte_lemurianIl nome “Mu”, viene preso in riferimento al mitico continente perduto nell’oceano Pacifico, situato secondo antichi ricercatori, tra l’isola di Pasqua e le Figi. Una sorta di grande giardino dell’Eden che lambiva le attuali isole Hawaii ed è qui che Fankhauser fonda il suo quartier generale, precisamente sull’isola di Maui, dove scriverà alcune delle pagine più belle e interessanti del panorama musicale americano dei ’70. La line-up oltre i sopracitati Fankhauser (chitarra, basso, voce) e Cotton (chitarra, clarinetto basso, voce), è composta da i non famosi Jeff Parker (basso), Randy Wimer (batteria, percussioni, voce), Mary Lee (violino occasionale), ma è sufficiente per concepire il primo dei due sorprendenti albums ufficiali targato “Mu” ristampato in UK solo nel 1974 col titolo di “Lemurian Music”.

Mu-The Land Of Mu-1973 (The Last Album 1982)

Mu- cover 2

Musica del Pacifico, frutto di sorgente spirituale e miti della natura , vera proto forma di new edge rigenerante. Questi dischi sono un condensato di gusto e classe sopraffina, musica caldissima, nata sotto il sole tropicale dell’arcipelago polinesiano, una commistione di psych-mystic-tribal echeggiante di azzurro surf oceanico e flussi di vento west-coastiano. Opere di rara fattura, che si interpongono docilmente fra la robusta e ruspante tradizione americana del r&b  e la freschezza pop-surff, con riferimenti al blues e all’afro-jazz. Notiamo nel debutto, (“Mu” o “Lemurian Music”) prima di tutto la compattezza dell’insieme, quindi il canto di Merrell dotato di ottima tecnica vocale, la sua chitarra elettrica, è impiegata in contemporanea nella linea armonica e melodica per un risultato stilistico molto originale che lo rende inconfondibile (stile pizzicato/slide alla Fankhauser). La base ritmica molto pertinente e variegata, spesso con chiari riferimenti tribali e arcaici. Piccolo appunto: la chitarra di Cotton affianca con la slide e le sue idee prendono forma sia nello stile, che in molti dei riff di sua invenzione.

Mu-It’s Love That Sings The Song-1973 (Sundazed 1997)

mu the last album coloreCitiamo nel disco di debutto, fra tutte la beefheartiana “Aint’ No Blues” (sul piano ritmico) con chitarre pulitissime sopra un tam-tam incalzante, ma mai invadente; la sospesa e attendista “Ballad Of Brother Lew” (apparsa l’anno dopo nel1972 in 45 giri accoppiata da “Nobody Wants To Shine” su Mantra records), magnificamente accompagnata e decorata alle chitarre; la melodica e alternata “Blue Form” dove assistiamo all’assolo arioso d’intonazione jazz del clarinetto basso di Cotton;  “Too Naked for Demetrious”, duetto tra ritmica tribale e chitarra pizzicata/slide costante (Merrell suona sempre senza plettro), solo in questo caso ricorda un certo Ry Cooder. Il capolavoro africaneggiante di “Mumbella Baye Tu La” col fingerpicking di Cotton; la spiritualissima e lunga “Eternal Thirst”, dove la OM (la sillaba sanscrita dei buddisti) perpetuata senza interruzioni, si rapporta ad un ritmo esotico pseudo-woodoo intrigante, dagli effetti ipnotici e dai rimandi atavici ineguagliabili; il canto di “Ballad of Brother” ricorda il compianto Tim Buckley, molto probabilmente qui Merrell aveva il “maestro di Washington” come punto di riferimento anche nella struttura del pezzo. Troviamo un gradiente psichedelico degno di nota in questa esperienza musicale? Se siamo d’accordo che “psych” è prima di tutto una condizione dell’arte, piuttosto che uno stile, allora “Mu” è un costante mantra veicolante… trasposizione di flusso mistico-naturale, atto a colmare il vuoto e l’inquietudine delle nostre coscienze per condurci in oasi di pace catartica.

Mu-Calling From A Star-1974 (End Of A Era 1988)

mu band 2L’album non è facilmente catalogabile, ma è di indubbio fascino e non dovrebbe mancare nella collezione di ogni cultore che si rispetti, che tenta la difficile impresa di riordinare per sé, l’imponente produzione musicale americana. A livello collezionistico è abbastanza raro e ci si può accontentare delle varie ristampe, mentre le registrazioni avvenute dal 1972 al 1974 rispondono agli stessi quesiti del debutto, (di alternanza chitarristica, fra quella acustica a quella più prettamente elettrica); sono anch’esse raccolte su vinili e cd che propongono alcuni brani ripetuti, ma non la dolce e accarezzevole melodia immersa nei “mari violinistici” polinesiani di  “It’s Love That Sings The Song”, invece appare solamente sul doppio “Mu” (Sundazed 1997). Il primo è “The Last Album”(Appaloosa 1982), che contiene quattordici tracce, tra cui la bellissima “The Land Of Mu” ; una specie di mandolini esotici che intavolano un incedere lento e nascente, ispirato alla spiritualità naturale del misterioso continente. “Halekala”, splendido r&b esotico al clarinetto basso; il capolavoro “You And I”, un canto soave e struggente accompagnato dalle chitarre acustiche e dal dolcissimo e antico violino  di Mary Lee, mentre appartiene all’album “End Of A Era” (Reckelss 1988) l’altro capolavoro “Calling From A Star”, una ballata psichedelica di misticismo sognante e arcano inondato dai venti che guardano le sere, immerse nella fresca e selvaggia natura polinesiana. Menziono tra le molte perle “Waiting For The Sun”, dove il riff della solita slide di Jeff Cotton cade su un motivo di note psichedeliche ieraticamente orientaleggianti di Fankhauser.

Mu-You And I-1974 (The Last Album 1982)

mu fankhauser colore ultimaViene da pensare cosa si siano fumati questi personaggi hippie, isolarsi per interi mesi sull’isola di Maui a creare e registrare pezzi di particolare bellezza e chiedersi il perché se ne siano andati via dalla fervida California così ricca di talenti e ambienti musicalmente stimolanti, forse che persero la testa per la marijuana, l’LSD? La risposta prima di tutto sta nel magico richiamo della voce della natura isolana, nella sua contemplazione e nell’unione atavica con le forze creatrici ed anche il tornare alle origini della spiritualità di civiltà estinte. Poi tutto questo aiutato sicuramente dal consumo di sostanze psicotrope.

mu fankhauser colore 1Concludendo, la quantità di materiale di pregio a disposizione è notevole e qui per ragioni di spazio, ho riportato alcune brani significativi , ma le particolarità del suono “Mu” non si esauriscono tutte solo in questi esempi. Un gran numero di pezzi magnifici e suggestivi raccolti caoticamente nei vari album, coronano la carriera di Merrell Fankhauser che non è più rimasta sugli stessi livelli. Oggi questi brani reggono ad ogni tipo di confronto; danno lezione di eccellenza musicale a chiunque abbia la pretesa di definire cosa sia l’essenziale finezza della composizione in musica di “genere”. Lode a “Mu”!

rano 2valutaz. ***** Pierdomenico Scardovi

 

Per dar fede all’ultima mia asserzione, aggiungo come appendice la troppo bella…

Mu-Mumbella Baye Tu La (1971)


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