I PREZZI STRACCIATI

È vero, la crisi avanza e la crisi porta all’abbattimento dell’offerta per cercare di sopravvivere, per continuare a lavorare ed incentivare la clientela ormai propensa (o costretta) a rinunciare al turismo, alla vacanza, perché i pochi fondi vengono necessariamente destinati alle necessità più impellenti: tasse, affitti, bollette, spese scolastiche e mediche.

Questo accade con più evidenza in località turistiche che hanno improntato la loro offerta ad un turismo più popolare e così assistiamo, anno dopo anno, ad una inevitabile decadenza.

Visitando questo sito: “http://www.info-alberghi.com/hotel/igea-marina.php”, apprendiamo che ci sono offerte anche per 25 € al giorno, bambini gratis, promesse di cucina curata e presenza di idromassaggio e coccolamenti vari.

Praticamente, una giornata costa come uno skipass giornaliero in una località sciistica.

Si deve pur lavorare, sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori, come poter criticare chi cerca faticosamente di sopravvivere?

Ma questo risultato deve comunque indurre alla recita di un “mea culpa”, perché all’effetto della crisi, si sommano le politiche sbagliate che si sono tenute negli anni precedenti.

Gli operatori turistici, in passato (ed anche ora), hanno pervicacemente impostato un sistema in cui si è mirato ad un accentramento totale nello sfruttamento della clientela turistica.

Locali da ballo? No! Le feste le facciamo in albergo! Negozi? No! Facciamo accordi con gli ipermercati, ci portiamo la clientela e ci prendiamo pure la percentuale! Ristoranti? Perché non farli negli stabilimenti balneari, così ci teniamo i clienti giorno e notte?

E intanto intorno si creava il deserto, scomparivano i locali e si perdeva irrimediabilmente la clientela più giovane (perché ai giovani, delle feste in albergo con valzer, mazurche e clarinetti del liscio non gliene può fregare di meno).

Il settore commerciale (leggi negozi) sopravvive a malapena o, peggio, registra tante chiusure e, come ben sappiamo, i locali discoteca e di intrattenimento sono totalmente scomparsi.

Abbiamo alberghi ancora con mobilio post bellico e molti altri che possono continuare a rimanere aperti per le continue proroghe che si ottengono agli adeguamenti (fin quando durerà?).

In questo triste panorama si continuano a devolvere sostanziosi fondi ad una società privata volta alla “promozione turistica”, che mira sempre e solo alla “promozione alberghiera”, dimenticandosi che chi viene in vacanza, vorrebbe trovare anche qualcos’altro oltre l’albergo.

E così la lobby continua imperterrita alla distruzione della nostra città, distruzione che, alla fine, coinvolgerà loro stessi.

C’è speranza? Forse cambiando tante teste, ma le teste attuali, pare non vogliano cadere, e allora…


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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