Principal Edwards Magic Theatre: Soundtrack

 

“Ho visto giovani errare per le campagne…

calzare sandali d’ortica,

soffiare piume di canna

e danzare anemocori

al canto del vento sbadato.”

ranofornace ranina picciina OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

Principal Edwards Magic Theatre-Enigmatic Insomniac Machine

principal cover aperta soundtrackPassata la sbornia dei miei primi ascolti di questo straordinario album. “Principal Edwards Magic Theatre”: “Soundtrack”, rimane per il sottoscritto un capolavoro assoluto. Il capolavoro in questione è di una bellezza che non ha le sembianze della qualità musicale espressa dal saggio tecnico o dall’idea innovativa, bensì quella del riepilogo di dati pertinenti all’incantesimo di una sensibilità seduttiva.

principal 3“Principal Edwards Magic Theatre” erano un lontanissimo fenomeno a metà strada tra la comune agricola e la compagnia teatrale itinerante composta da 14 elementi promotori di spettacoli di luce, musica, danza e poesia per poi ridursi negli anni ad un combo. Il gruppo fu rapidamente adottato dal grande giornalista musicale della BBC John Peel, che per piacergli così tanto, oltre ad aver coprodotto l’album iniziale contribuì alle spese di gestione pagando il loro furgone per gli spostamenti e alcuni strumenti. “Soundtrack”, è il primo dei tre album pubblicato dalla Dandelion Records nel 1969, lavoro straordinario di poetry-folk-psych-rock con narrazione musicale tipicamente progressive. Magia, estraniazione, sobrietà e decadenza fiabesca, ne fanno un opera affascinante dell’underground folclorico d’Albione. Ma non è un lavoro folk e basta, è qualcosa di più… qualcosa che colpisce i sensi e lo spirito.

principal 2Realizzato da un collettivo di musicanti universitari illuminati, ha in sé nei suoi vari momenti, una perfezione ed un equilibrio insito nei migliori lavori del “art-progressive” e cioè l’estensione articolata e coerente della narrazione musicale e del tema. Una condizione fondamentale per valutarne lo spessore artistico al di là del genere e della qualità tecnica dei suoi strumentisti. Ciò che lo differenzia da molti altri lavori folk o progressive è l’aura magica di cui è pervaso; la stranezza, la malinconia e l’originalità delle sue scelte melodiche immerse nella tradizione pop-folcloristica inglese. In altri momenti, l’asciuttezza e l’essenzialità di accenni hard-rockeggianti eseguiti con misura compositiva, arricchiscono il tessuto musicale di una dimensione anticonformistica piacevolissima. L’album è pervaso da un alone psichedelico, intriso di  suspense e nostalgica malinconia verso tutto ciò che è indefinito e profondo, appartenente alla dimensione popolar-fiabesca del canto e dei suoni che fluttuano in cambi di umore che vanno da intima dolcezza  a situazioni più superficiali e naturalistiche. Spicca fra tutti la voce di Vivienne McAuliffe, un valore aggiunto che impreziosisce diversi episodi di questa perla dimenticata.

Principal Edwards Magic Theatre-Sacrifice

principal suonano foto nitidaE’ d’obbligo elencare la line-up al completo, comprende: John Hill (danza), Gillian Hadley (coreografie e testi), Eva Darlow (danza), Leslie Hadey (luci), Christopher Runciman (luci), Harry Housman (palco, progetti di strada), Monica Nettles (danza, recitazione), Root Cartwright (chitarra composizione, arrangiamento), Bindy Bourquin (violino, registrazione, piano, organo), Lyn Edwards (percussioni), David Jones (percussioni, testi), Jeremy Ensor (basso), Martin Stellman (voce solista, testi) e Vivienne McAuliffe (voce solista).

“Soundtrack è un album folk-progressive, tutti i brani sono composti e arrangiati da Root Cartwright. Suoni ben distinti e curati, musicalità scarna  pertinente alla “dimensione poetica” su cui circola un’aria insolita d’altri tempi, contaminata da un aura psichedelica.

principal 1 suonanoApre l’album la sveglia di “Enigmatic Insomniac Machine”, ed è subito meraviglia! Una novella surreale in forma di poesia musicale ritmata da un “orologio d’Alice”,  decorata al riff dell’arpeggio della chitarra acustica di Root Cartwright e cantata magnificamente da Vivienne McAuliffe, ci introduce nel mondo del “teatro magico” di questa anarchica congrega hippie. Sentori di folk celtico, vecchie novelle rappresentate fiabescamente, per questa ballata in stile pop-rural-prog accompagnata da un flauto leggiadro e agreste da brughiera inglese. “Sacrifice”,  parte con un accento rock piuttosto marcato per calarsi subito nella dimensione decadente del canto di Martin Stellman, tra i presagi di un sinistro violino, lascia il posto al canto più rassicurante di Viv McAuliffe. Cambi di situazione e dimensione emotiva tipicamente progressive, alternanze acustiche ed elettriche degli strumenti per questa fiaba musicale dal fascino occulto. la narrazione di “Death of Don Quixote” della “cantastorie” McAuliffe interpone episodi cantati e recitati accompagnati alla chitarra acustica, tamburi e violino, quest’ultimo ripete un motivetto popolaresco che tormenta piacevolmente l’ascoltatore, per poi interporsi fra voci di fanciulli.

Principal Edwards Magic Theatre-Third Sonnet to Sunday Notes of Music

principal Root Cartwright“Third Sonnet to Sunday Notes of Music”, versi di William Shakespeare su cui si appoggia l’arrangiamento di Root Cartwright, apre in preghiera al lungo brano vocale per posarsi fra i prati aulenti di una cantilena naturalistica spezzata da stacchi hard-blues cantati da Martin Stellman, è un altro lungo brano di vena prettamente progressive. “To a Broken Guitar”, altra ballata estraniante accompagnata da uno “sbilenco” violino, chitarra arpeggiata e tamburo, cantata al maschile dove si respira aria da baraccone. “Pinky: A Mistery Cycle“, specie di marcia funebre al canto divino di Viv McAuliffe, come un presagio magico e dilagazione psichedelica dei sensi; si alternano cambi di ritmo e umori poetici ben alternati a suoni più propriamente rock.

La coerenza e il rigore di visione rimane la qualità principale di questo lavoro.

Come ho già detto questo disco è un piccolo capolavoro di sintesi poetica e minimalità musicale, espressa nella nuova concezione progressive. Essenzialità strumentale e melodia perfettamente congeniata al “racconto”. Se L’opera canterburyana dei Caravan disegna “La Terra Grigia e Rosa” dei sogni tolkieniani, “Soundtrack” mostra anch’esso un mondo tutto suo, inventato a propria dimensione socio-culturale, fatto di personaggi immaginari immersi nell’emozione antica della tradizione naturalistica popolare britannica. Come gli “Spirogyra”, “Comus”, “Trees”, “Dando Shaft” e altri, ma sopratutto come la “Liverpool Scene” formano il tessuto popolar-musicale della poetica underground “di strada” inglese. “Soundtrack” si unisce necessariamente al loro secondo lavoro del 1971, quasi dello stesso livello, “The Asmoto Running Band”, che completa le capacità espressive e musicali di questo particolare ensemble. Note rimangono le loro innumerevoli performance pubbliche  da “circo itinerante” lungo il Regno Unito, arricchite da scenografie, balli, e recitazioni poetiche.

rano 2Principal Edwards Magic Theatre-To a Broken Guitar

valutaz.***** Pierdomenico Scardovi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RIPRODUZIONE VIETATA © BELLIGEANEWS.IT

su "Principal Edwards Magic Theatre: Soundtrack"

Lascia un commento

il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.