IL COMUNE “FARMACISTA”….

Premetto che sono piuttosto contrario, in linea di massima, alle aziende pubbliche. Credo anche che se tutte le Amministrazioni pubbliche dismettessero le loro partecipazioni, avremmo meno debiti, meno privilegi e meno corruzione.

Ho visto l’ultimo Consiglio Comunale, in cui il Sindaco si è dimostrato piuttosto impreciso sui risultati economici dell’unica azienda con partecipazione maggioritaria del comune : la farmacia in zona peep.

L’opposizione si è divertita a dileggiare il mito dell’infallibilità del sindaco, circa la sua perfetta conoscenza di ogni recondito angolo del comune da lui amministrato. Forse non si era preparato adeguatamente, ma si sa ,quando si è troppo sicuri di sè o si pensa che il mondo circostante sia composto di idioti, questo può accadere. Se le opposizioni, invece di bearsi dell’aver infranto il mito dell’infallibilità ceccareliana (ma più che mito pare una patacata), si fossero spinte un po’ oltre, avrebbero trovato dati ben più interessanti.

La nascita di quella farmacia comunale, un po’ in controtendenza, perché altre realtà comunali vicine con farmacie pubbliche, avevano completato o stavano completando le loro dismissioni, fu giustificata dal fatto che quella parte della città era “scoperta”. Che si giustificasse come luogo e commercialmente lo dimostra il fatturato raggiunto: 1.200.000 € (dati 2013), che si debba mantenere pubblica è una cosa da verificare.

Non è un grandissimo momento per le farmacie, che affrontano la concorrenza delle parafarmacie sui prodotti più lucrosi e della crisi congiunturale, tuttavia sono ancora quotate a valori non disprezzabili.

Anche se è solo una, la farmacia comunale deve darsi un Consiglio di Amministrazione, che costa più del 50% dell’utile netto prodotto,   che cosa faccia ‘sto consiglio non riusciamo ad intuirlo e crediamo che il lavoro del collegio dei revisori sia sovrumano. I maligni parlano d prebende a politici amici e a vedere i curricula dei nominativi dei componenti dei vari consigli di amministrazione succedutisi, qualche sospetto verrebbe.

Sicuramente non hanno mai fatto emergere che questa farmacia rende il 2,5% del fatturato e che una sua libera dismissione frutterebbe multipli di alcune decine di volte gli utili realizzati. La Farmacia è sorta nel 2003 e da allora ci sono stati anni in cui i multipli in caso vendita, sarebbero stati ben maggiori. Mala gestione, scarsa redditività , troppe spese? Qui non è questione di destra o sinistra; non mi sembra che il “Comune farmacista” stia facendo una bella figura!

Giorgio Mosconi


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