Mare e spiaggia uniche attrazioni della città, di Aurelio Benzi

Gentile direttore,

benziper riportarci ad argomenti più terreni vorrei sottoporre alla sua attenzione un paio di mie considerazioni personali.
La prima è d’ordine redazionale: pur comprendendo l’esigenze dell’ attualità vedo articoli interessanti, ad esempio quelli sull’in-utilità delle telecamere, o qualche settimana fa, sull’importanza della spiaggia, che superati da nuovi argomenti, non sempre hanno avuto il tempo per essere compresi e commentati come avrebbero potuto dai lettori.
E qui, seconda considerazione, vorrei appunto ritornare all’importanza per la città, della spiaggia.
Come molti bellariesi sono stato in questi giorni a Cesenatico e Santarcangelo e mi sono chiesto, al di là, delle polemiche e delle sostanziali differenze dei programmi natalizi, perché trovo questi paesi sempre pieni di gente.
E’ indubbio che abbiano rispettivamente due forti e principali punti d’attrazione, dove tutti vanno e da dove parte l’esplorazione della città: il porto per Cesenatico e la scalinata con zona pescheria/cattedrale a Santarcangelo.
Anche noi abbiamo un punto d’attrazione: se osserviamo il comportamento dei nostri turisti sia dell’entroterra sia lontani, in estate o in inverno, tutti, ma proprio tutti, vanno a vedere il mare, cioè la spiaggia, con qualunque tempo, in qualunque stagione.
Bisogna dire che in proposito noi facciamo di tutto per svalutarci: il dislivello minimo fra la spiaggia e i lungomari e l’assurda posizione delle cabine, parallele al percorso, fanno si che la nostra sia l’unica città di mare al mondo dove il mare non si vede.
L’urbanistica dei lungomari di Bellaria e Igea è più adatta ai pullman che non a pedoni e ciclisti, gli arredi sono miserevoli e zone come la confluenza di viale Ennio con il lungomare, il tratto finale lato porto sia a Igea che a Bellaria e il tratto terminale di via Pascoli e relativo piazzale Kennedy, sono tutti sono privi della benché minima moderna progettazione.
Invertire il senso della disposizione delle cabine o realizzare arredi e percorsi sopraelevati (non in cemento, bisogna specificarlo perché l’orrido nella nostra città non ha mai fine…) non sarebbe che il primo passo e forse il meno complicato, se la progettazione fosse affidata ad uno studio di rilevanza almeno nazionale.
Più difficile sarebbe definire intorno alla spiaggia altri indispensabili motivi d’attrazione quali attività commerciali e d’interesse.
Un’ipotetica possibilità potrebbe essere la trasformazione dei chioschi in una rete di attività architettonicamente differenti tra loro, esteticamente innovativi sul modello della nuova costa spagnola, con funzione di bar, piccola ristorazione, gelateria, pizzeria ecc.
A ciò si potrebbe unire, prevalentemente nel fuori stagione, lo svolgersi delle molte attività ludiche, didattiche o d’intrattenimento, svolte da molte associazioni locali, direttamente sulla spiaggia, (sul modello del Paganello a Rimini, aquiloni a Cervia, attività cinofile, della piccola pesca, sportive, della tradizione dei falò primaverili e di altre occasioni da inventare o spostare sulla spiaggia).
Altre attività commerciali potrebbero tornare sui lungomari e contribuire a riportare la centralità della spiaggia nella vita della città e dei suoi abitanti, a tutto beneficio dell’economia turistica e della qualità della vita.. Siamo quasi nel 2015 e altrove il futuro è cominciato da un pezzo.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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