Quicksilver Messenger Service: Happy Trails

 

dome punta di palata 2 014“La serpe di mercurio liquefa le sue spire

fra le sabbie acide della baia dorata.”

ranofornace

 

 

Non lasciatevi condizionare dalla copertina del disco, è depistante al cento per cento, non sono qui a proporvi un disco di country-roots, tutt’altro. “Happy Trails” dei “Quicksilver Messenger Service” nel suo interno invece parla un’altra lingua, un argomento straordinario a me congeniale: “psichedelia”, precisamente acid-rock e scusate se insisto.

Quicksilver Messenger Service-Who Do You Love? (part 1)

quicksilver 1Nel golfo più importante al mondo per la cultura hippie, spirava il vento caldo ed esaltante della giovinezza. Erano anni colmi di fiducia, libertà e gioia di vivere quelli della Bay Area, ma anche di rivolta, migliaia di giovani d’America esprimevano il dissenso verso il consumismo, il conformismo, le discriminazioni razziali, la guerra e le tendenze imperialiste della politica americana. Confluivano tutti a San Francisco “Frisco”, nella città simbolo del sogno alternativo per un’intera generazione di giovani fra il 1967 e il ’69, quella della stagione dell’amore, quella della west coast americana.

quicksilver bEra da tempo che la “serpe di mercurio sputava i suoi acidi nel sole” della California, a differenza dei colleghi della “Summer of Love”, Jefferson Airplane, Grateful Dead, Big Brothers & The Holding Company che avevano già “messo a frutto” le loro scorribande. I “Quicksilver Messenger Service” sono stati gli ultimi ad avere un contratto discografico, ma non per inferiorità, anzi… solo dopo la loro partecipazione al festival di Monterey nel 1967.

Come ho già detto, non vi è nulla che fa intendere il “cowboy a cavallo che saluta la ragazza in campagna” della copertina di “Happy Trails” nello stile dei Quicksilver; si invece, il cappello che portavano alcuni di loro: John Cipollina (chitarra solista), Jim Murray (voce, armonica) che abbandonò il gruppo prima di incidere il primo album “Quicksilver Messenger Service” nel 1968, (presente nella prima foto in alto), Gary Duncan (chitarra ritmica, voce), David Freiberg (basso, voce), Greg Elmore (batteria, percussioni).

Quicksilver Messenger Service-When You Love

quicksilver john cipollina“Happy Trails” è il secondo album pubblicato nel 1969,  esprime l’esaltazione chitarristica del duo Cipollina-Duncan. Registrato in larga parte in diretta, “Coast to Coast” al Fillmore West e al Fillmore East, rende l’idea di quanto fosse importante l’improvvisazione per questo tipo di musica, presenti nell’album fra le altre tracce, due interminabili performance live che confermano l’atteggiamento dell’acid-rock verso la jam, come anche ai Grateful Dead e Jefferson Airplane non dispiaceva divagare in improvvisazioni strumentistiche. La psichedelia della Bay Area nella sua evoluzione live era una vera e propria esperienza esoterica, prevedeva esprimere la sensibilità del musicista spesso senza l’ausilio del cantato, nel dialogo strumentale come mezzo dove convogliare tutte le emozioni dello stato di coscienza alterato; LSD, marijuana, hashish, anfetamine e altro era il motore.

Lo stile di “Happy Trails” è inquadrato dal blues, ma il fondamento è il sound acido della chitarra di John Cipolina, su una base arcaica e minimale reiterata fino al termine.

quicksilver 3“Who Do You Love-part 1”, è il pretestuoso brano di Bo Diddley che apre e chiude la suite di venticinque minuti dilatata in tutto il lato A del disco, per profondere nelle quattro tracce intermedie tutta la creatività lisergica di John Cipollina, che  assieme a Jerry Garcia e Jorma Kaukonen, forma la triade acida della Baia di San Francisco. Il muggito “saurico” iniziale del basso di David Freiberg, pone subito in isolamento il brano, si tratta di musica principalmente per esecutori, che di riflesso tiene conto dell’esigenza estetica-emotiva dell’ascoltatore, sopratutto adatto ad accompagnarlo nel suo trip subcosciente. Un lento incedere fatto di attesa, nel quale il canto corale e il riff, sono reiterati con insistenza, rientrando nella dimensione “claustrofobica” come una litania catalettica. “When You Love” evidenzia lo stile essenziale e poco virtuoso ma efficace di John Cipollina che risente di quello di Mike Bloomfield, mentre “Where You Love” tutta improvvisata, è d’atmosfera liquida costruita tutta d’effetti e rumori (artigianali); chitarra, batteria, percussioni, eco, voci, clap clap di mani, si susseguono fino al riff drammatico e solenne di chiusura. “How You Love” ripropone la costante del riff del brano di Diddley per la chitarra del suo leader che intreccia varianti. “Which Do You Love” apre al basso distorto di Freiberg, suonato come una chitarra e al canto che ripete  la frase “do you love” alla maniera tutta al femminile dei Jefferson Airplane. “Do You Love-part 2” chiude la prima facciata con lo stesso canovaccio ridotto praticamente a due accordi salvo un’aggiunta in un paio di occasioni e nel finale, ma non sta qui il succo della questione. Il dato rilevante è la sua dimensionalità lisergica espressa basilarmente.

Quicksilver Messenger Service-Maiden Of The Cancer Moon

“Mona” apre il lato B, ma la seconda cover di Bo Diddley si discosta poco dalla linea strutturale dei precedenti brani, la ritmica di Gary Duncan funge da tappeto alle vibrato di Cipollina, il canto liberatorio di Freiberg alla maniera Grateful Dead, Jefferson Airplane e Doors, ne fa uno stereotipo del “genere”; Cipollina in concentratissima trance, insensibile agli stimoli esterni, riversa fuori gli umus interiori nell’abbandono dei sensi. “Maiden Of The Cancer Moon” è un piccolo affresco claustrofobico e  lancinante di sferzate chitarristiche molto suggestive. “Calvary”, è  il capolavoro, il vero mega momento free di tredici minuti in apoteosi effettistica improvvisata; sballo malinconico nella cornice epica-ispanica in cui si evidenzia la sensibilità del ” serpente di mercurio” verso la cultura latino americana e alterata da momenti pinkfloydiani, incorniciati dacori epici. Infine “Happy Trails”, è il classico pezzetto country-roots che funge da riempitivo del disco e giustifica la copertina del disco.

quicksilver valenti conL’apice dei “Quicksilver M. S.” si svuotò dopo il ’69, nonostante il recupero nel 1970 di un membro fondatore del gruppo come Dino Valenti, (presente in questa ultima foto), uscito dalla galera dopo aver scontato un anno e mezzo per detenzione e consumo di droga. Ci resta di pensare che ne sarebbe stato di “Happy Trails” con il suo contributo, avrebbe forse modificato i “Quicksilver M. S.” nel 1969, rendendoli meno improvvisati. Sicuramente… e ma non sarebbe stato meglio. Nel discreto “Just For Love” del ’70, le composizioni sono più elaborate e complesse, ma niente a che fare con questo prodotto che rimane il vertice del gruppo e della “stagione dei sogni”; lo stile poi ha perso lo smalto di una realtà sensibile e profonda. La parabola dei “Quicksilver M. S.” si concluse ufficialmente nel 1972, non molto prima dei Jefferson Airplane e dei Gateful Dead; i “dinosauri” oramai col fiato corto, avevano affievolito la vena lasciando il posto all’ heavy e al punk. Non posso però non ricordare qui l’eccezionale lavoro solistico di Dino Valenti del 1967 che rivela il notevole potenziale emozionale del musicista cantautore, finito in disgrazia mentale per uso smodato di sostanze stupefacenti. “Happy Trails” e “Dino Valente” restano fondamentali per una discografia “lisergica” d’epoca.

rano 2valutaz. ***** Pierdomenico Scardovi

 

 

 


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