Il futuro è già stato

 

ritorno al futuro“Il futuro adesso, i nuovi scenari per la città” Si apriva con questo titolo altisonante la tavola rotonda organizzata dalle associazioni di categoria “l’Emisfero”, al palatenda circus nel parco del Comune, in data sabato 13 dicembre 2008. Una data significativa che molti cittadini ricorderanno, in quanto iniziò proprio in quell’occasione, il percorso di ascesa del centrodestra alla guida della città.

Una tavola rotonda dove l’anfitrione, Enzo Ceccarelli, in qualità di moderatore, si lanciava pubblicamente come candidato Sindaco, per la nascente coalizione di centrodestra (se si lanciava dal palatenda, avremmo avuto un problema in meno).

Ebbene, a distanza di sei anni, dopo che le categorie sponsorizzatrici, partiti politici, liste civiche e chi più ne ha più ne metta, raggiunsero il risultato di far accedere dentro al palazzo, l’allora presidente di Verdeblu Enzo Ceccarelli, viene da chiedersi che cosa sia veramente cambiato, rispetto ai proclami tanto decantati. Quali nuovi scenari sono stati intrapresi?

Perché se all’epoca esistevano proposte e discussioni, ora non esiste più nulla.

Nella città grida un pesante silenzio, crocevia tra lo sconforto di chi si è abbandonato alla rassegnazione verso la sordità di chi amministra e di chi, invece, ha provveduto a rinfoltire le schiere degli yes man, cercando di sopraffare i rivali nella gara al servilismo verso il Kaiser.

La città si è appiattita, la politica è vuota di contenuti, le categorie, cosi come alcuni periodici, un tempo tanto critici verso le precedenti Amministrazioni, sembrano essere sprofondate nel più profondo letargo e la città, lentamente, si sta estinguendo, al punto che, ovunque, se ne parla sempre meno.

In occasione di quell’animato convegno, Ceccarelli si dichiarava a conoscenza dei problemi delle categorie economiche, proponendosi con un nuovo operato amministrativo, formato da una classe politica allargata, capace di far affiorare le energie presenti sul territorio.

Cosa è stato fatto di tutto questo dopo sei anni? Di tutti questi buoni propositi non è rimasta traccia, al contrario abbiamo assistito ad una triste, costante regressione. Solo l’obiettivo di circondarsi di umile servilismo può dichiararsi raggiunto. Sembra di rivedere lo show “Dilettanti allo sbaraglio”.

È inutile negarlo, questa città è alle corde, col fiato sui denti, sofferente per non dire agonizzante, decisamente peggiorata dal quel lontano 2008. Viene da chiedersi come mai, dopo sei anni, questa città è al buio, priva di obiettivi, prospettive e linee strategiche.

Dopo sei anni, nessuno sa nulla sul PSC, Piano Arenile, Piano Colonie, nessuno di questi piani è stato illustrato ai cittadini. Era questa l’idea di “amministrazione allargata” che si intendeva applicare una volta espugnato il palazzo, detenuto per cinquant’anni dai comunisti?

Siamo ancora in presenza di un Asta fluviale priva di un progetto in grado di ipotizzarne una riqualificazione, offrendo del lungo fiume un immagine orripilante, per quella che invece dovrebbe rappresentare la centralità del paese.

La realizzazione della darsena è fallita, ma in alternativa abbiamo un capannone da cantiere costato oltre 600 mila euro, sede del mercato ittico, privo di viabilità, ma soprattutto, insostenibile economicamente.

Un viale dei platani economicamente cianotico, deturpato esteticamente da interventi maldestri, dove, anziché estendere la propria influenza per cercare di dare continuità a via Perugia e via Torre, si è accentuata la frattura.

Per non parlare di altri temi di spessore caduti tutti nel dimenticatoio, vedi nuovo plesso scolastico, valorizzazione del territorio rurale, area fornace e ex Parco della Musica. Nessuno si sarebbe aspettato un’apertura di cantieri, ma almeno una discussione capace di individuare cosa si intende promuovere, capace di esprimere e magari, far conoscere e rendere appetibili ad investitori, i potenziali valori presenti sul nostro territorio.

Dove sono quelle linee strategiche che dovrebbero prefigurare il futuro della nostra città? Quali le riflessioni per cercare di fronteggiare il fenomeno della crisi? Quali le soluzioni per gli artigiani che sono allo stremo? Quali le proposte per migliorare l’offerta turistica?

Non si può vivere solo di festicciole da parrocchia e di sagre paesane, contornate di nani, giullari e ballerine.

È giunto il momento che il Kaiser smetta di attorniarsi di madri badesse, frati, santi e cardinali, e incominci ad avvalersi di altre risorse, soprattutto quelle intellettuali, se vogliamo sperare che la città abbia un futuro.

Se così non sarà, possiamo già anticipare il titolo della prossima tavola rotonda, in cui il Kaiser definirà il futuro della città, ovvero: “Il futuro è stato, PSC (Perduti Sulla Costa)”.


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Il Direttore Giuseppe Bartolucci

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