Lettera al Direttore: Bellaria Igea Marina o si innova profondamente o muore; di Gabriele Morelli

 

Caro Direttore,
mare_di_notte1ho letto con attenzione il tuo editoriale del 20 settembre scorso “Anatomia di Bellaria Igea Marina” ed ho atteso un po’ di tempo per vedere se vi fossero state reazioni significative. Da quello che mi dici le sue letture sono stante notevoli, ma i commenti arrivati (e parecchi molto condivisibili), non sono ancora riusciti ad entrare veramente nel merito delle cose che hai voluto provocare con quella “sassata nello stagno” dell’immobilismo!

Bene, se mi dai spazio provo ad esprimere alcuni miei convincimenti sul tema che, ovviamente, non sono visioni illuministiche fine a se stesse, bensì, per la responsabilità che io porto verso i cittadini con il ruolo di consigliere comunale, idee dell’azione amministrativa che ho in mente di portare avanti. Sento, forte l’onere della responsabilità, prima di tutto, verso i cittadini che mi hanno votato credendo nel programma delle liste “Morelli Sindaco” e PD, ma anche verso tutto il Paese, poiché io e il mio Gruppo ci impegneremo non solamente a fare opposizione sui singoli provvedimenti, ma costruiremo proposte programmatiche per il rilancio della città, come “minoranza di Governo”! Cioè che ha l’obiettivo di diventare maggioranza e governare il Paese al più presto.
Esaurite queste doverose premesse, Direttore, entro nel merito delle tue sollecitazioni e provo a raccontare come la vedo e cosa farei io! Così proviamo anche a cambiare un modello di dibattito in politichese che non permette mai ai cittadini di capire le differenze fra le varie posizioni!

Innanzitutto, la valutazione sullo stato di Bellaria Igea Marina ed in particolare sul suo “futuro strategico” l’ho già scritta in maniera netta nel titolo! Se ricordi, il nostro programma elettorale, che resta il nostro riferimento principe, era stato proprio costruito sulla base di tale convinzione e provava a delineare una proposta programmatica innovativa e di rottura, l’esatto contrario di quel “patchwork” di iniziative senza coraggio e visione, che “guarda al dito e non alla luna” e che ha caratterizzato questi cinque anni e temo continuerà per i prossimi.
Per gli esempi non riprendo e rinvio al mio articolo su Belligea News dello scorso 15 settembre intitolato per l’appunto “dal Patchwork alla strategia”! Ricordo a margine che il significato del termine inglese patchwork è “lavoro con le pezze”!

Prendendo la nostra storia e tagliandola con l’accetta, io vedo due grandi momenti di felice (efficace) congiunzione: i decenni ‘50/’60 che hanno permesso la costruzione dell’impianto economico e sociale della nostra comunità conquistandoci, non dimentichiamolo, nel 1956 l’autonomia da Rimini. Il secondo nei quindici anni che vanno dagli inizi degli anni ottanta a metà degli anni novanta, dove si riuscì a rinnovare l’identità del nostro Comune e segnarne importanti differenziali competitivi, a partire dagli interventi sugli arredi urbani con la conseguente grande opera di pedonalizzazione.

Certo, l’avvento delle grandi strutture commerciali che hanno “centrifugato” i consumatori fuori dei centri urbani con conseguenze di calo economico ed impoverimento qualitativo dell’offerta commerciale, la globalizzazione che ci ha fatto scoprire improvvisamente nuovi e temibili concorrenti con offerte di alta qualità e prezzi competitivi difficili da combattere e la crisi economica di questi anni, dietro la quale sta nascendo un nuovo mondo, con un nuovo sistema di relazioni economiche, sociali, culturali, ecc., che richiederà cambiamenti dei quali non siamo ancora sufficientemente consapevoli, ha cambiato completamente e radicalmente la prospettiva delle nostre aree turistiche ed economiche.

Qui c’è sicuramente un problema generale di nuove e più efficaci capacità, che il Governo, la CE e la Regione devono mettere in campo, ma ai territori locali la sfida non la toglie e non la risolve nessuno, se questi non si pongono all’altezza dei livelli necessari per inglobare e realizzare politiche capaci di attrarre investimenti e di sfruttare i finanziamenti che richiedono sempre maggiori capacità manageriali.
Per far questo dobbiamo ricercare una nuova dimensione critica utile ed efficace allo scopo! Anche i nostri quasi 20.000 abitanti sono oggi insufficienti a garantire a Bellaria Igea Marina le risorse necessarie per innovarsi e poter stare nella nuova competizione. Ricordiamoci, se non si fa questo, se non troviamo un’altra strada, un nuovo “differenziale competitivo”, non ci salveremo dal rischio “decadenza” che ha così ben descritto il Direttore ed alcuni commenti!

Ma allora, che fare? Visto che ho promesso di non parlare in “politichese”, da subito smettiamola con il “patchwork”, sospendiamo il PSC riprendendo una discussione non fatta e proviamo a disegnare una strategia ambiziosa, da raggiungere per step.
Qualche priorità per capirci:
• Occorre partire dalla crisi e fornire rapidamente e con coraggio risposte “non convenzionali” (come dice Draghi) ai nostri operatori del settore delle costruzioni e impiantistica (forse si sarebbe già dovuto e potuto fare qualcosa di concreto usando le normative già messe in campo a livello nazionale e regionale). La dico così: sul costruito, escluse le zone pregiate e protette, per le quali vanno seguite altre strade, occorre “forzare” l’avvio di un ampio processo di “rigenerazione urbana” offrendo in cambio normative semplificate e premi volumetrici consistenti che rendano impossibile non cogliere l’occasione di far partire processi di ristrutturazione ed ampliamento che adeguino sismicamente, energeticamente e qualitativamente gli edifici esistenti! Dobbiamo mettere al lavoro gli uffici, gli studi professionali in un grande “patto per la ripresa di Bellaria Igea Marina”. Questo è il volano economico più forte e allo stesso tempo più dominabile dalle realtà locali, a patto che si buttino “a mare” burocrazie, lungaggini e furbizie! Ecco perché ritengo necessario che l’operazione venga accompagnata da un “patto d’onore” fra Ente Locale ed Operatori Economici e Professionisti!

• La “zona turistica” non può che essere l’altro punto centrale sui cui mettere “pesantemente” e velocemente le mani! Serve la costruzione di una visione strategica ambiziosa, certamente da realizzare per step coerenti, che prenda a riferimento tutta l’area che va dalla linea ferroviaria a quella degli scogli, comprendendo al suo interno come cerniera geografica, culturale, economica ed identitaria il Porto Canale. Solo così potremo tentare di costruire un disegno della nuova “Bellaria Igea Marina Turistica”, che richiami più villeggianti ed al tempo stesso sia orgoglio e fruibilità di tutti i residenti, anche di quelli che non vivono di turismo! Nel nostro programma elettorale avevamo già iniziato a delineare ipotesi interessanti e per molti versi estremamente innovative, confrontate con primi interlocutori importanti per verificarne la fattibilità, ma noi crediamo che questo lavoro debba avvenire con il coinvolgimento degli operatori e dei professionisti locali, assieme ai quali sceglieremo gli apporti tecnico-specialistici necessari.

• Il terzo aspetto, qui lo ricordo solamente, non può che essere quello della mobilità intesa a tutto campo, elemento talmente strategico per ogni ipotesi di innovazione e rinnovamento profondo della città, che ne diviene al tempo stesso vincolo ed opportunità. Qui c’è molto da poter fare e più dei soldi (che si trovano) serve il coraggio delle scelte e cioè tutto il contrario di quanto fatto finora!
Quindi, Direttore, per non scriverti un programma amministrativo per intero, mi fermo qui, ma non prima di due “pensierini finali”.
1. Verrà sicuramente obiettato che queste sono fantasie e che i soldi son sempre meno e si riesce a malapena a garantire i servizi. Certamente, se si continua con queste scelte e non si cambia radicalmente prospettiva, a partire da forti ristrutturazioni negli assetti organizzativi della Comunità e dalla ricerca di nuove alleanze strutturali per fare un “Città più grande” ed un grande lavoro progettuale per l’attrazione di investimenti privati! Inoltre, il coraggio di innovare deve accompagnare la consapevolezza che sicuramente non si potrà continuare a “tenere tutto”!

2. Un’altra obiezione che emergerà sarà il portato della poca disponibilità al cambiamento, che purtroppo sento fra molti operatori turistici, che come dici tu ed altri commenti, si accontentano di quello che ancora si riesce a risicare, dimenticando le “fortune” che ci arrivano dai problemi degli altri. Infatti, come non tener conto nel far le valutazioni sullo stato e le prospettive della nostra economia turistica, ad esempio di come le guerre in Medioriente e Nord Africa stanno bloccando realtà che, altrimenti si sarebbero ulteriormente confermati come competitor importanti per qualità e prezzo. E ancora, di come, nonostante la lunga crisi che, pur penalizzando anche le nostre realtà, ci consegna un saldo complessivo a nostro favore.

Non vorrei, infine, che di fronte alla necessità di una vera e, per molti aspetti, radicale innovazione della nostra struttura turistica, si ripeta il problema emerso con la pedonalizzazione dei Centri Urbani di Bellaria e di Igea Marina, che dimostrò come gli operatori direttamente interessati non capirono ed ostacolarono quella iniziativa e che solamente per il coraggio dimostrato da quelle Giunte, oggi, pur con tutti i problemi intervenuti dall’esterno successivamente, rappresentano ancor l’unico vero differenziale di riconoscibilità della nostra città.
Gabriele Morelli


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