Sensational Alex Harvey Band: Framed

 

dome seppia 2“Narrare

la propria sensibilità

mitica, eroica e diversa.”

ranofornace

 

Sensational Alex Harvey Band-Framed

harvey 4E già, qui sta la forza di un artista, saper esternare il riflesso speculare del proprio mondo interiore. Lo scozzese Alex Harvey era partito da molto lontano, già negli anni ’50, come tutti in Inghilterra suonava e cantava musica skiffle proveniente dagli US, negli anni ’60 il rock & roll, il blues e il rhythm & blues era divenuto pane per i suoi denti, nel ’63 incise 3 lp di blues bianco in Germania, rientrando nei canoni di quell’esercito che fu il “Blues Revival”, la sua lunga esperienza all’interno dei “generi madre” lo portò a partecipare nel ’67 al live del musical “Hair”, ma fu nel 1972 che costituì il suo gruppo più conosciuto, una delle più formidabili formazioni live-act del genere glam, la “Sensational Alex Harvey Band” per l’etichetta Vertigo.

harvey 3Alex Harvey, ha avuto sempre in corpo l’energia del rocker illuminato e ruspante, capace di rientrare fedelmente nei precetti di genere, ma anche capace di compiere impennate visionarie molto originali, la personalità eclettica, avvolta da un’arcaica forza evolutrice, gli permise di muoversi costantemente verso mete più progressive e cosiddette glam, con forme d’espressione manierate dall’ostentata esibizione di abbigliamenti equivocanti e trash, da accompagnare ad un hard-rock nella sua fase finale, spesso da vetrina e a volte semplicistico o baroccheggiante, svuotato del suo “contenuto ideologico”.

 

harvey 2Ma qui vogliamo trattare il suo debutto con la nuova band, un’opera che per sua fortuna rimane ancora legata strettamente alle sonorità del passato, un’opera che incorpora ancora i segni iniziali di un impulso istintivo e irriducibile alle brillantezze mainstream, “Framed” del 1972, opera a cavallo tra hard-blues collaudato e costrutti personalistici più articolati, alla luce dell’insegnamento progressive. “Framed” è un lavoro fantasioso che non tralascia elementi nostalgici, carico d’energia, che mette in evidenza la compattezza e la potenza del gruppo, in primis l’autorità istrionica del suo leader.

Line-Up: Alex Harvey (voce), Zal Cleminson (chitarra),  Hugh McKenna (piano), Chris Glen (basso), Eddie McKenna (batteria), Phil Kenzie (sax), Big Bud’s Brass (sezione fiati).

Sensational Alex Harvey Band-Hammer Song

harvey 6Il disco parte con l’omonimo brano “Framed”, un hard-blues conciso e potente che mette in chiaro la forza propulsiva di cui dispone l’ensemble, stacchi precisi e secchi fanno da “cornice” al canto discorsivo di Harvey, che cattura la scena col suo modo ambiguo e canzonatorio, apre al capolavoro del disco, “Hammer Song”, una ballata folk-underground essenziale dallo sviluppo hard con impennata monumentale, dove il genio interpretativo del “menestrello” Harvey, accompagnato inizialmente da una chitarra acustica, esprime nel testo poetico e nei toni tutta la sua carica evocativa e rabbiosa su un tappeto solenne, di scuola Liverpool Scene, Jethro Tull, Family. Questo modo di raccontare storie così meravigliosamente desolanti, si perde nella notte dei tempi e Harvey detiene una maturità e una grande classe per raccogliere l’eredità innata della poetry dei cantori d’Albione, tipo quella di Ian Anderson, Pete Brown, Arthur Brown per intenderci e la grinta e l’impeto di Roger Chapman. “Midnight Moses”, è una ballata hard vigorosa e incalzante, dove emerge ancora l’esuberanza del canto roco e vissuto di Harvey in simbiosi con la chitarra di Zal Cleminson che detta i tempi. “Isobel Goudie” è un lungo brano elaborato che vive di momenti prog, tappeto di tastiere al leslie, sotto il cantato istrionico di Harvey, muta in lente aperture psych con insinuazioni glam alla “Duca Bianco” e cambi continui all’interno di una teatralità narrativa.

harvey 8“Buff’s Bar Blues”, in  pieno stile piano-blues, viene accentuato dalla voce del suo leader senza minimi cedimenti, mostra come un pezzo impersonale possa uscire dalla monotonia solo per essere interpretato con decisione ed energia. “I Just Want To Make Love To You” di Willie Dixon, sembra una danza indiana su struttura blues in pieno stile Family, ottimo wha-wha di Cleminson e canto superlativo di Harvey che scorre meravigliosamente, si arricchisce nel finale di accenti orchestrali jazzistici. “Hole In Her Stocking”, è un rock & roll potenziato da un riff chitarristico distorto. “There’s No Lights On The Christmas Tree Mother”, è un surrogato d’ironia scanzonata molto ben arrangiata, compendiata da innesti sonori pop-pepper’s beatlesiani. Chiude il riff hard di “St. Anthony” che ricorda ancora la chitarra di John Whitney in “Anyway” dei Family. Una particolare lode va a Zal Cleminson, chitarrista potente e sicuro, che marchia indelebilmente tutti i brani.

Sensational Alex Harvey Band-Midnight Moses

harvey 5Dobbiamo dire che nel ’72 l’hard-rock-blues era finito? Sicuramente la sua egemonia era terminata da qualche tempo e la sua purezza si andava diluendo nelle nuove ricerche e atteggiamenti come  il glam   dei T Rex di Bolan e “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars” di David Bowie segnava i nuovi confini citazionali assieme allo stupefacente esordio dei Roxy Music, ma la potenza dei Deep Purple sfogava tutto il suo impeto in “Made in Japan” e l’ultimo colpo di coda dei “Family” con “Bandstand” manteneva i legami con un certo blues rollingstoniano, per non dire di “At Last” dei “Free” che portava avanti ostinatamente la “potenza” del blues mentre Rory Gallagher esprimeva tutta la sua immensa bravura.

Oggi artisti  come Alex Harvey, di questo tipo e valore, fra le maree se ne contano pochissimi, mancando le motivazioni socio-culturali ed anche storiche per una rivoluzione di costume. La “diversità” attuale ora, troppo concentrata e persa nelle derive politiche e d’interesse economico, ha affievolito molto la sua carica innovativa, mentre negli anni ’70 assumeva spontaneamente i connotati espressivi alternativi al vivere borghese, era orientata verso una “poetica esistenziale” che dava il suo contributo non da poco alla creatività per l’interesse di tutti. Grande! Ma gustiamoci ora questa perla.

valutaz.**** 
rano 2Pierdomenico Scardovi

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