Un nuovo risorgimento

isola-dei-platani1.tifMi piace molto seguire il programma musicale “the Voice”, in cui c’è anche la nostra bravissima concittadina Raffaella  Carrà (la voglio chiamare così anche se lei ci ha un po’ abiurato perché il suo modo di fare è più romagnolo che emiliano). La cosa che più mi ha colpito negli ottimi giudici di questa trasmissione, è il loro invito ai concorrenti di metterci qualcosa “del loro”. Ovviamente più i concorrenti somigliano all’originale più hanno probabilità di venire bocciati.

Non so perché,  quando ascoltavo le loro motivazioni sulle bocciature mi è venuto in mente il testimone di nozze di mia moglie,  il grande Giulio Torroni. Lui che ha restaurato la casa in cui oggi abito ha sempre teorizzato che quando il cliente  pagava aveva diritto di non subire gli esperimenti egocentrici di eventuali  aspiranti Renzo Piano. Tutte le sue opere sono un po’ come le canzoni di chi va avanti a “The Voice”. Ben fatte ben interpretate create su una base ottima e solida.

Venticinque anni or sono, ero un entusiasta consigliere comunale, che dovette maneggiare dall’opposizione gli arredi urbani di Via Panzini e di Bellaria Centro.  L’allora maggior partito dell’opposizione (DC) si batteva per  avere Via Paolo Guidi viabile. Dall’opposizione votai a favore di quel progetto attirandomi i loro strali perché rappresentava, a mio avviso,  un salto di qualità di cui la città aveva bisogno. Immediatamente si innescò  in una cittadina estremamente conservatrice un meccanismo di emulazione che portò un po’ tutti alla ricerca del bello. Della nostra città si parlò per un decennio  come di un esempio da seguire. Con orgoglio posso ancor oggi dire che siamo stati i primi ma anche i migliori. Le opere sono lì a testimoniarlo.

Questo eccellente risultato fu ottenuto da degli innovatori politici  e dai nostri tecnici che, superate le diffidenze reciproche,  si sono spesi professionalmente e moralmente per elevare la nostra città. Scusate se uso un termine a me caro ma oggi ci vorrebbe un nuovo risorgimento che vada nel senso della coesione generale che al tempo si trovò. La nostra città è molto indietro, non ha bisogno di robette parrocchiali o di giochini da quattro soldi. Ha bisogno di rimettere insieme quanto  accadde un quarto di secolo fa . I nostri tecnici che stanno soffrendo la difficile congiuntura economica, devono ritrovare l’unità di intenti e tornare a fare cultura come fecero allora. Loro sono credibili perché assistono passo dopo passo i nostri concittadini loro clienti, e non sono affatto scarsi e in più conoscono ogni centimetro della città come le loro tasche. Copino, interpretino, ci propongano dei modelli. Ma  usino le loro teste per tirare fuori questa città dal pantano. Loro ci possono riuscire specie se assecondati da politici illuminati ma per favore,  lascino da parte i piccoli egoismi o le rendite di posizione e facciano qualcosa!!!

La ripresa  economica sta per iniziare non facciamoci trovare impreparati!!!


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