The Byrds: Mr. Tambourine Man

dome punta di palata 1 014Non ci si libera mai dei propri sogni

che abbiamo amato

e mai capito.

ranofornace

The Byrds-Mr. Tambourine Man

Byrds1Correva l’anno 1965 e la “violenta” ondata del merseybeat e del pop della “British Invasion” sul Nuovo Mondo aveva prodotto i suoi effetti e livelli di contaminazione mal tollerati, nella culla della cultura centenaria del jazz, del gospel e del blues,  del quarantennale contry e bluegrass, del ventennale doo-vop e vocal groups e quindicennale del rock and roll. L’America orgogliosa del folk di Woody Guthrie e Pete Seeger, delle  sue identificative scoperte, poneva le sue risorse verso nuove ricerche, nuove direzioni tutte sue. In quei giorni di profonde trasformazioni, la controcultura giovanile trovava il suo grido di protesta nella voce roca e graffiante di Bob Dylan.

dylan 2E il poeta, il profeta era lui, Bob Dylan, “portavoce di una generazione di utopie”, la sua massima espressione, rivoluzionario in tutti i sensi con le musiche e le parole. Il suo album uscito nel marzo del ’65, “Bringing It All Back Home”, snodo epocale sospeso fra sound elettrico e sound acustico, conteneva una track-simbol fra le più  le più influenti e belle di tutti gli anni ’60, “Mr. Tambourine Man”, che sarà riplasmata e darà il titolo (non a caso) all’album di debutto dei Byrds.

 

byrds 5I Byrds sono stati insieme ai Beach Boys, il più importante gruppo di musica popolare americano della seconda metà degli  anni ’60 ed è ora di farla finita col dire che i Beatles del ’63 e del ’64 hanno costituito l’ossatura del loro genere, tutt’al più hanno contribuito ad addolcire la ruvidezza del rhythm & blues e del rock & roll nostrano. Tutti jingleggiavano in quei giorni, le chitarre acustiche sulle spiagge californiane non facevano altro, I Beach Boys pure ed anche Dylan “strimpellava” su e giù la sua oo del 1929.  Semmai i Beatles rispedirono al mittente, non senza vantaggi economici, quello che avevano carpito anni prima dall’immane continente.

The Byrds-Here Without You

“Il dolce tepore dell’estate californiana del ’65, fra i flutti velati dei venti westcoastiani pettinava i canti e i plettri come carezze ondeggiavano inni immortali”; questo furono i Byrds.

byrds 3Loro erano Roger McGuinn (chitarra Rickenbacker 12 corde, voce), David Crosby (chitarra, percussioni, voce), Chris Hillman (basso, chitarra, mandolino, voce), Gene Clark (chitarra, percussioni, voce), Michael Clarke (batteria), un enseble formidabile,  dalle capacità tecnico-compositive volte all’efficacia per il genere che si andava a delineare. I Byrds misero perfettamente a fuoco il folk-country-rock, da Guthrie a Seegel, fino a Dylan, anticiparono di poco la Butterfield Blues Band con l’omonimo album. In pratica lo inventarono, la sonorità letteralmente rinnovata, sgrossata della rudezza del rhythm & blues e del rock & roll, si addolciva, acquistava apertura e raffinata lucentezza metallica, dovuta agli arpeggi e ai contrappunti ritmici delle chitarre, che fanno da appoggio alla linea corale. La ballata del folk storico basata sul testo, si vestiva d’intrecci chitarristici, nel racconto di storie visionarie e sintomatiche di un nuovo modo di sentire la realtà, la profusione dei sensi.

byrds- 4L’album “Mr. Tambourine Man”, benché contenga 7 cover, è a tutti i diritti ritenuta la culla di un genere musicale, quello che viene comunemente definito “folk-rock”, data di nascita 21 giugno 1965 e nonostante le soluzioni armonico-melodiche non innovative, rimane un album epocale di indubbio valore storico. L’ uso di ben tre chitarre ritmiche dal suono pulito, fu il loro marchio di fabbrica e modello per il futuro folk psichedelico della west coast di Crosby, Stills & Nash.

The Byrds-The Bells Of Rhymney

byrds dylan 6Si parte con l’incipit della Rickenbacker 360 12 corde di  Roger McGuinn, del capolavoro di Dylan, “Mr. Tambourine Man”, ma in una nuova veste che trasporta l’ascoltatore in un mondo totalmente diverso da quello del suo autore, l’essenziale ballata cantata dalla giovane voce di Dylan, lascia il posto ad una morbida vocal electric-jingle-jangle sognante, per raduni westcoastiani di gruppi giovanili assetati di peace & love. “Mr. Tambourine Man” non è rock, ma una versione di folk elettrificato rivolta a traguardi proto-rock, un’operazione di trasformazione che ridefinisce il pezzo, sicuramente uno dei più  importanti brani americani di sempre. I Byrds ne faranno l’antesignana di tutte le ballate “moderne”, la struttura armonica semplicissima col giro di accordi di sol, la e re, diverranno in seguito uno stereotipo strutturale per tantissimi brani folk. Nelle parole di Dylan si avvertono i semi effusivi dell’onirismo psichedelico iniziato fra le schiere di hippies e freak d’America, tutto ciò ne fa pietra d’angolo fra la vecchia cultura contry-rock degli Appalachi del sud-est e la nuova sonorità pop-soft-psichedelica californiana. “I’ll Feeling A Whole Lott Better”, è il primo piacevole brano firmato da Gene Clark, compositore di tutti i pezzi originali, che propone le inconfondibili chitarre ancora  un po’ beat e orecchibilissime. “Spanish Harlem Incident”, altra cover di Dylan, è il pretesto per sguainare i plettri di Crosby, McGuinn e Clark. “You Won’t Have To Cry”, dall’iniziale sentore rhythm, ondeggia sulla falsariga della nuova scoperta. Ma ecco arrivare il primo grande capolavoro dei Byrds firmato Clark, “Here Without You”, una vellutata e carezzevole brezza westcoastiana in forma di note, che lascerà un segno indelebile nella sensibilità artistica di David Crosby. Questo pezzo di psichedelia sognante nel ’65, era destinato a qualsiasi salto nel tempo e a non sfigurare nella magistrale produzione di Crosby, Stills & Nash, uno dei tre o quattro pezzi più belli dei “Byrds naif”,  comprendendo “Turn! Turn! Turn!”. “The Bells Of Rhymney” composta da Pete Seeger, è un bellissimo alleggerimento dello scarno e drammatico capolavoro del folksinger newyorkese, ancora una volta le protagoniste sono le tre chitarre jangleggianti che suonano paradossalmente “a festa” contro la guerra.

The Byrds-I Knew Id Want You

byrds 15“All I Really Want To Do” altra rivisitazione di Dylan . “I Knew I’d Want You” è una bella ballata decadente in mi-, cantata soavemente alla loro maniera. “It’s No Use” è un rock-blues garageggiante. “Don’t Doubt Yourself, Babe” scritta da Jackie DeShannon, è una reinvenzione pressochè totale. “Chimes Of Freedom” è l’ultima delle cinque cover di Dylan, il notissimo capolavoro di arcaismo cantautorale, veste panni barocchi nella versione degli “uccelli” californiani. Chiude la “rassegna tributaria” la stupenda “We’ll Meet Again”, brano di speranza post-bellica di Ross Parker, cantata nel 1939 da Vera Lynn e usata ovviamente originale da Stanley Kubrick per i titoli di coda del film “Dottor Stranamore”.

byrds stemmaIl tempo passa e i sogni restano, come si sa, i Byrds diedero i natali musicali a quell’impareggiabile genio della cultura musicale della costa del Pacifico, che fu David Crosby, “inserito 2 volte nella “Rock and Roll Hall of Fame”, nel 1991 assieme agli altri membri dei Byrds e nel 1997 assieme a Stephen Stills e Graham Nash”, furono tra i primi a intraprendere quel viaggio lisergico che ebbe forte riscontro in California, nella prima metà degli anni ’60. Il loro debutto, anche se “ingenuo” e non confrontabile con la successiva matura triade psichedelica, ebbe una grande influenza su tutta la discendenza pop-psych americana e folk-rock inglese, una nuova sonorità che avrebbe colorato il sogno nostalgico di un’intima umanità, legata a storie e valori irrinunciabili, proseguirà per tutto il country-folk, da Gram Parsons fino alle moderne ballate new-psych dei R.E.M., un sogno che non è stato mai abbandonato.

rano 2valutaz. ***** Pierdomenico Scardovi


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