New Trolls: Senza Orario Senza Bandiera

dome punta di palata 1 014“Parole

parole donate, parole rubate

parole in viaggio nei nostri cuori…”

ranofornace

new trolls 1 retro covernew trolls retro cover 3NewTrolls-Signore io sono Irish

I New Trolls sono stati il più grande gruppo pop-rock italiano della fine degli anni ’60 e sono certo della mia affermazione. Oltre ad essere stati tra i primi a innovare con grande qualità la musica leggera in Italia, furono negli anni ’70 tra i principali interpreti del nostro spaghetti-prog.

Quelli furono anni di grande fervore creativo che avrebbero portato le nostre bands ad accodarsi più o meno direttamente alla grande stagione del progressive europeo. Ma i “nuovi folletti” di Genova e cioè Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo, Gianni Belleno, Giorgio D’Adamo e Mauro Chiarugi, possono essere considerati gli autori del più bello e importante lavoro di cantautorato italiano in forma pop che i magici anni ’60 abbiano mai prodotto, “Senza Orario Senza Bandiera”. Questo è il primo concept album italiano in proto-prog, punto d’arrivo della nostra canzone d’autore partita da lontano, con i maestri della “scuola genovese”, in ordine d’anzianità: Umberto Bindi, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Fabrizio De André e con molto rispetto per il resto dei nostri interpreti nazionali, quelli qui citati occupano lo spazio sufficiente per ritenere che la suddetta scuola fu la più portentosa fucina di talenti mai prodotta in Italia, forse irripetibile.

mannerini e de andrè 1Questo primo album dei New Trolls è del 1968, oltre ad essere stato un punto d’inizio per la nuova ricerca progressive, è il frutto di diversificate collaborazioni un pò cercate a quel tempo, a  coronamento di una linea melodico-poetica tutta italiana, portata avanti dal dopoguerra in poi, attraverso i tanti cantanti e cantautori, artefici di quell’evoluzione stilistica, che raccolta dai genovesi New Trolls si sviluppa in forma moderna. I “nuovi folletti” con un piede nel futuro e uno nel passato, rappresentarono un punto di raccordo temporale e musicale, senza precedenti, raccolsero in questo lavoro l’esperienza letteraria e umana del poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini e quella di Fabrizio De André, in parte l’esperienza musicale di Gianpiero Reverberi. Il prodotto di questa unione amicale è un saggio innovativo multiforme molto equilibrato, di generi che vanno dal pop, al rock al folk, alla psichedelica, dove padroneggia sublimemente il testo “poetico”. Diciamo subito che l’equilibrio formale, fra arrangiamenti musicali, melodie, cantato e chiavi di genere, raggiunge in “Senza Orario Senza Bandiera” la sua massima esaltazione, per non dire perfezione. Mai prima dei New Trolls, nessun altro aveva riscritto  suoni così nuovi da supportare alle liriche, anche il coetaneo “Tutti morimmo a stento” di De André, seppur travolgente nella poetica e con qualche elemento di novità come l’uso della sola voce e chitarra tutta american-style, si avvale perlopiù di arrangiamenti orchestrali (anche nel jazz) , di “vecchio stampo”, ma il suond elettrico dei New Trolls, figlio delle nuove scoperte in materia di stile: il soul, il doo-woop, il beat, il pop, la psichedelica americana e inglese, avvertibile nel cantato, nella cura dei cori, e nella scelta degli effetti psichedelici, è tutt’altra cosa e si sente. La collaborazione fra i due amici “poeti”, porta i testi di Riccardo Mannerini, a perdere il pungente sarcasmo dell’opera andreana, ma ad acquistare la metrica infallibile del cantautore genovese, pur conservandone la struggente malinconia.

New Trolls-Vorrei comprare una strada

nico e vittorio 1Il disco cantato magnificamente da Vittorio De Scalzi e Nico di Palo e musicalmente composto per intero dai New Trolls, con i preziosi consigli di Gianpiero Reverberi, è un viaggio attraverso i luoghi  del mondo che trascendendo la loro collocazione geografica per divenire parte del vissuto; sono pretesti, contenitori di visioni, emozioni, stralci d’anima. Infatti “Ho veduto”, il brano d’apertura introdotto dal rhythm-folk di chitarra acustica che accompagna il canto pronto di Vittorio De Scalzi, in cui entrano uno ad uno gli strumenti, i cori doo-woop con trombe celebrative per un finale riflessivo, è la trasposizione in versi di un connubio fra esperienza visiva ed essenza spirituale che lega il rapporto che ogni uomo ha con la propria ricerca di libertà, un resoconto degli effetti sulla propria coscienza di vivere. “Vorrei comprare una strada”, scritta da Reverberi, lascia il posto alla voce di Nico Di Palo, in bilico fra lucido descrittivismo e malinconica nostalgia, l’arrangiamento è tutt’altra cosa dal brano d’apertura, l’assemblaggio sonoro da film commedia americana anni’60, come le quinte di un set cinematografico, apre alla strada dei desideri verso quel “sogno” tipico delle generazioni europee sessantiane verso il nuovo continente. Ma la strada da percorrere pagando altro genere di pedaggio è quella spirituale di “Signore io sono Irish”, forse il brano più rappresentativo dell’album, un vero e proprio percorso dell’uomo (Mannerini), verso i sentieri tormentati della fede, che nell’invocazione canora di Vittorio De Scalzi raggiunge la vetta più alta, l’arrangiamento è una pertinenza di Gianpiero Reverberi, che mette l’organo ecclesiastico al centro dell’opera ad assecondare la preghiera,  mentre lo splendido ritornello mette in evidenza la potenza compulsiva della batteria di Gianni Belleno, uno dei più potenti “percussori” italiani. Il flauto mitologico finale svolta  nella dimensione psych dell’arpeggio di chitarra assieme alle note cadenti di  “Susy Forrester”, un canto sognante riverberato in pieno stile flower che si risveglia tra le fughe di violini primaverili.

new trolls 2 new trolls 2nico e vittorio 2“L’azzardo” pop melodico di “Al Bar dell’angolo”, scritto interamente dai New Trolls, col testo è di Giorgio D’Adamo, non produce risultati se non quelli musicali, fra squilli di trombe e voci impeccabili si inserisce nel finale l’accenno fischiettato di “Sensazioni”, il 45 giri uscito l’anno prima, apre alle vertiginose peripezie di “Duemila”, un psych-rock dalla sonorità pinkfloydiana, a cui non manca però la parentesi malinconica. Il testo nostalgico verso luoghi lontani di “Ti ricordi Joe” di Mannerini  è preso per mano da un lento valzer dove il canto di Nico con gli stupendi cori, danno sfoggio a tutta la capacità tecnica e interpretativa del gruppo, termina ancora con il suono di una tromba felliniana, strumento molto usato in tutto il disco. “Padre O’Brien” scritta da De André, è il ricordo per tutti coloro (missionari con o senza veste) che aiutano gli altri non solo con le belle parole, ma sacrificando se stessi materialmente, è avvolta da un leggiadro e ironico rondò di violini. L’amore delicato di “Tom Flaherty” è cantato e suonato con grande misura ed equilibrio per evitare di cadere in una melensa retorica, così realizzato è un piccolo capolavoro di dolcezza poetica. Voglio ricordare dai titoli sopracitati, come lo sguardo del gruppo e non solo, sia rivolto  all’America, con i riferimenti anglofoni e le citazioni musicali. “Andrò ancora” è la continuazione e il finale del brano d’apertura suonato identicamente che chiude l’album; il tema sono  i luoghi che lasciano tracce e formano l’ esperienza della vita, tornarci per riconoscersi, andare avanti e guardarsi indietro per capire, fino alla fine, ribadisce il senso e la profondità di questo capolavoro italiano.

La copertina del disco: Il clown prega, noi non sappiamo se a terra la “valigia dei sogni” è  piena  o vuota, ma come lui sappiamo con certezza, che anche noi non possiamo privarci di una valigia e di un ombrello, nel nostro forse “unico viaggio” a disposizione.

Un particolare riconoscimento si deve ai New Trolls, per la  responsabilità dimostrata nell’interpretare con le forme musicali più pertinenti, l’evidente e prezioso condensato poetico. Ai poeti invece, il conforto fra le braccia di Apollo lassù, è  giusta ricompensa e ne siamo certi.

New Trolls-Ho Veduto

rano 2valutaz. ***** Pierdomenico Scardovi


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