Ceccarelli e il centrodestra hanno la querela facile.
E la querela facile è la conseguenza di un atteggiamento sempre minaccioso e “proprietario” del loro ruolo (cui, vale la pena ricordarlo, sono stati chiamati pro tempore). La prima a farne le spese, poco dopo gli esordi del centrodestra al potere bellariese, fu Marcella Bondoni, l’avversaria di Ceccarelli alle elezioni del 2009 e poi capogruppo del Pd fino al 2012. La Bondoni venne querelata dall’intera giunta per violazione della privacy dopo avere resi pubblici i redditi 2009 di sindaco e assessori. Poi toccò a due membri del gruppo Facebook “No al parcheggio di via Andrea Costa”, che criticarono con toni diversi il sindaco per il ruolo svolto nell’incresciosa vicenda della distruzione di un parco pubblico per farne il parcheggio privato degli albergatori AIA. Infine, per non farsi mancare niente, anche Verdeblù ha partecipato al balletto del “te lo faccio vedere io chi sono” chiamando sul banco degli imputati Moka Calbucci, il testardo civico che da anni va chiedendo trasparenza nei conti della società turistica privata foraggiata con un milione l’anno di soldi pubblici.
Probabilmente di querele ne viaggiano altre, ma di esse non è dato sapere. Stiamo allora ai fatti noti, cioè a queste quattro. Che fine hanno fatto?
CECCARELLI-GIUNTA VS BONDONI – Archiviazione decretata dal GIP su conforme richiesta del PM cui i querelanti si erano – inusitatamente – opposti. Marcella Bondoni aveva resi pubblici i redditi di sindaco e assessori. I dati erano stati ottenuti con accesso agli atti ove erano depositate, a termini di legge, le dichiarazioni dei redditi. Non fu violazione della privacy ma iniziativa trasparente e legittima, presa dopo che la giunta al completo si era elevata rispettive, in modo consistente, le indennità di carica. Per la cronaca, i redditi 2009 di tutta la giunta (esclusa Cristina Zanotti) erano a livello di indigenza.
CECCARELLI VS GRUPPO FB NO AL PARCHEGGIO ANDREA COSTA – Querele aperte (sono due). Di recente, il fascicolo da unico è stato sdoppiato probabilmente perché le posizioni dei querelati vengono valutate in modo tra loro differente dal PM. È probabile che se ne saprà di più a breve. In ogni caso le due querele hanno avuto un abbrivio lentissimo con la notifica agli interessati dopo quasi due anni dal fatto.
VERDEBLU VS MOKA – La solita storia che si ripete da anni sempre uguale: Moka che chiede i conti di Verdeblu al Comune, il Comune che rimanda Moka a Verdeblu che lo rimanda al Comune e i conti che non saltano fuori. Moka, stufo, fa un comunicato pubblicato sui giornali locali. Querela per diffamazione a mezzo stampa spacchettata in due: un fascicolo va ad Ancona, luogo di stampa di uno dei giornali che hanno ripreso il comunicato di Moka e viene presto archiviato dal GIP su richiesta del PM, l’altro si trova a Bologna e – visto il precedente di Ancona – difficilmente potrà avere un epilogo differente dall’archiviazione. Per la cronaca, sono necessarie due sottolineature: la prima è che il PM di Ancona ha motivato la richiesta di archiviazione dando atto che Moka Calbucci aveva il diritto-dovere della critica; la seconda è che Moka, dopo l’ennesimo diniego di accesso agli atti, si è rivolto al Tar. E al Tar Moka ha vinto su tutta la linea.
È una brutta pagina quella delle querele, sottolineata da una temerarietà al limite dell’autolesionismo. L’intento, evidentemente, è quello di intimidire le voci critiche, comunque di creare problemi agli avversari sfruttando una posizione di forza tanto politica quanto economica (difendersi costa, anche se si viene assolti). A questo proposito sarebbe interessante sapere chi paga le spese legali per tutte queste iniziative decisamente sopra le righe (c ‘è una voce di bilancio in cui sono appostate? prestazione di servizi?). Sarebbe bello se gli interessati esibissero le fatture dei loro avvocati dalle quali, siamo sicuri, si evincerebbe che sono intestate agli amministratori come singole persone e non al Comune o a Verdeblu. E sarebbe ancora più bello se, a questo punto della storia, Ceccarelli&Co ci dessero un taglio: ritirino le querele ancora aperte e si mettano il cuore in pace. La politica avrebbe bisogno di idee e proposte, non di carte bollate.
Visto che al Sindaco piacciono le citazioni gli ricorderò una celebre frase di Louis Antoine de Saint-Just; Nessuno può governare senza colpe. Quindi il Sindaco se ne faccia una ragione il mito dell’infallibilità non c’è più da nessuna parte. Smetta quindi di ascoltare i cattivi consiglieri: i giuridici (che alla luce dei risultati non ci sembrano maestri del diritto), i politici (perché nella sua maggioranza ci sono personaggi che hanno poca dimestichezza con la democrazia) così sarà più in linea a come gli piace apparire: una persona di buon senso.
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