Commento alla Dea Profanata.

Avrei voluto commentare l’articolo del Direttore Bartolucci sulla profanazione dell’immagine della Dea che dà nome alla città, ma l’inserto finale tratto dall’enciclopedia Treccani lo avrebbe forse reso leggibile a pochi, quindi scrivo direttamente queste righe appunto a commento.

Come romano, nel senso di abitante di un’altra città e quindi come turista, rimarrei certamente impressionato da una simile Opera d’Arte e mi chiederei, nel proseguire verso altra destinazione, di quale tipo di Arte si tratti, visto che a colpo d’occhio sembra più una di quelle allegorie che si mettono a Carnevale. Il Comune di Bellaria Igea Marina, come del resto tutti i Comuni e anche lo Stato, non guadagna i soldi che spende e ciò fa si che troppo spesso non usufruisca del denaro di cassa in modo adeguato alla bisogna dei cittadini. Sarebbe quindi opportuno trasferire l’allegorica iconografia femminile passata per la Dea Igea in luogo più opportuno: uno stabilimento balneare sarebbe l’optimum considerata la plastica posa o, ancor meglio, in qualche angolo poco visibile del Palazzo Comunale con il  cartello: “come non spendere i soldi della cittadinanza”.

Secondo la mia personalissima opinione, sarebbe d’uopo una petizione popolare per rimuovere questa “plastica” modernità e il suo orrifico basamento e quindi indire una gara tra artisti per una rappresentazione, classica o moderna, della Dea, una rappresentazione che invogli i turisti a fotografarla e gli abitanti a goderne la bellezza.


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1 Commento su "Commento alla Dea Profanata."

  1. Interessante!!!

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